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L’Italia è il primo esportatore di vini in Polonia con una quota del 17,3%, e le cifre salgono anche in Lituania, Ungheria e altri paesi dell’Est Europa. Ma il settore agroalimentare è in calo: da oggi, a Varsavia, la “Borsa Vini Italiani” 2017

L’Italia, con una quota di mercato del 17,3%, rappresenta il primo paese fornitore di vini della Polonia, seguita da Stati Uniti, Francia e Germania. La Polonia si sta facendo strada tra le
economie avanzate dell’Europa Centrale, e rappresenta per il vino italiano un mercato fertile
in cui potersi insediare. Anche altri Paesi dell’Europa dell’Est stanno ampliando il loro mercato vinicolo: si tratta di economie che crescono ad un tasso del 3% annuo e che possono essere di interesse per i prodotti italiani. La Lituania, ad esempio, che riesporta verso Russia e Bielorussia, investe in import dal nostro Paese 16 milioni registrando un +7,6% in valore sull’ottobre 2015, e l’Ungheria, che ne investe circa 23 che, in base alla popolazione ungherese, è un alto consumo pro-capite. Il consumo del vino, comunque, sta crescendo a ritmi costanti da quasi 10 anni e l’Italia è
il primo esportatore con 47 milioni di euro nel 2016, seguita da Usa e Francia. Tutti dati positivi di espansione del mercato vinicolo sono in netto contrasto con il totale delle esportazioni del settore agroalimentare: in Lituania ha registrato un -17,3% in valore e un
-21,6% in quantità, nello stesso periodo di riferimento. In totale l’import italiano verso
i Paesi coinvolti nell’iniziativa ammontano a 90 milioni di euro. 
Sono i numeri, presentati oggi alla “Borsa Vini Italiani” 2017, organizzata dall’Ice, a Varsavia, a cui hanno preso parte 39 aziende italiane da quattro Regioni (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).

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