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Prodotti e imbottigliati da chi li segue fin dal vigneto, non trattato con la chimica, vendemmiati manualmente, senza additivi e, soprattutto, capaci di dare emozioni uniche: ecco i vini artigianali al “Live Wine Festival” a Milano (18-19 febbraio)

Sono prodotti e imbottigliati da chi li segue personalmente in vigna e in cantina, vengono da un vigneto che non è stato trattato con prodotti chimici di sintesi, l’uva da cui provengono è stata vendemmiata manualmente, non contengono additivi non indicati in etichetta e, soprattutto, sanno dare emozioni uniche: ecco i vini artigianali, che, con una carica di 150 cantine provenienti da tutta Italia e da Austria, Croazia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna, sono pronti ad invadere Milano, per essere protagonisti del “Live Wine Festival” (Palazzo del Ghiaccio, 18-19 febbraio), il più importante evento - salone & mercato - del vino artigianale mai realizzato nella città, in collaborazione con Vini di Vignaioli-Vins de Vignerons e l’Associazione Italiana Sommelier Lombardia.
Il cuore della kermesse (gli incontri e le degustazioni) sono concepiti e curati da Samuel Cogliati, giornalista e scrittore italo-francese fondatore di Possibilia Editore ed editore-curatore della versione italiana del periodico francese LeRouge&LeBlanc, dedicati a “Il grande Sud-Ovest della Francia. Terroir, vitigni, vignaioli, stili originali: alla scoperta del nuovo Eldorado del vino d’Oltralpe”, “Borgogna - Introduzione alla Côte d’Or. Scoprire e indagare il territorio viticolo più celebrato del pianeta; ma con spirito critico”, “Etna rosso - Versante Nord. Il travolgente Rinascimento del vino del Vulcano, tra tradizione, sviluppo, logica parcellare, potenzialità” e “Marsala come territorio. Storia, potenziale, prospettive, duttilità e vocazione dei vini dell’estrema Sicilia occidentale”.
Ma il Festival abbraccia tutta la città con un vero e proprio FuoriSalone, la sera con la “Live Wine Night” e tanti eventi promossi nei locali. Un esempio? Da 28 Posti, bistrot di cucina contemporanea, il 17 febbraio, c’è Denis Montanar, vigneron biologico friulano che proviene da una famiglia di agricoltori da quattro generazioni, con i vini Borc Sandrigo Toy Wine, Merlot Borc Dodon e Verduzzo Scodovacca abbinati alla cucina d’avanguardia a portata di tutti dello chef Marco Ambrosino.
Montanar aderisce, in particolare, al protocollo della “Renaissance du Terroir” che prevede un preciso programma di produzione e vinificazione ed i suoi vini fanno parte del circuito Triple A (Agricoltori, Artigiani Artisti), promossi e distribuiti da Velier-Genova, che impone un severo decalogo di produzione. I vini Triple A possono nascere solo: da una selezione manuale delle future viti, per una vera selezione massale; da produttori agricoltori, che coltivano i vigneti senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi rispettando la vite e i suoi cicli naturali; da uve raccolte a maturazione fisiologica e perfettamente sane; da mosti ai quali non venga aggiunta né anidride solforosa né altri additivi, con l’anidride solforosa che può essere aggiunta solo in minime quantità al momento dell’imbottigliamento; utilizzando solo lieviti indigeni ed escludendo i lieviti selezionati; senza interventi chimici o fisici prima e durante la fermentazione alcolica diversi dal semplice controllo delle temperature (sono tassativamente esclusi gli interventi di concentrazione attuati con qualsiasi metodo); maturando sulle proprie “fecce fini” fino all’imbottigliamento; non correggendo nessun parametro chimico; non chiarificando e filtrando prima dell’imbottigliamento.

Info:
www.livewine.it

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