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Anteprima Amarone 2013, il tema: forte del successo dell’Amarone nel mondo, la Valpolicella guarda sempre di più alla sostenibilità dei suoi vini; dalla vendemmia 2016 le prime bottiglie certificate dal protocollo “Riduci-Risparmia-Rispetta”

Italia
La Valpolicella guarda sempre di più alla sostenibilità dei suoi vini

Amato dagli appassionati di vino di tutto il mondo, con il 65% della produzione che finisce all’estero, sinonimo di vino italiano, “classico” e versatile, per gli americani, con gli Usa che sono il primo mercato extra Ue della tipologia (11% del totale, dietro alla Germania con il 18%), l’Amarone della Valpolicella, vino tra i più blasonati d’Italia, continua a guidare la crescita economica del suo territorio, con un giro d’affari che, nel 2016, è cresciuto del 5% sul 2015 per un controvalore stimato attorno ai 330 milioni di euro.
Una solidità economica che permette al territorio di investire sempre di più su un aspetto determinante come la sostenibilità della viticoltura, sempre più importante sia per il consumatore finale, che ha cominciato a tenerne conto nella scelta del vino, sia per coloro che abitano e vivono in aree densamente vitate. Tema approfondito ad Anteprima Amarone, evento firmato dal Consorzio Vini Valpolicella, di scena a Verona, dal 28 al 30 gennaio, con 78 aziende che presentano l’annata 2013 ed una selezione di annate storiche (www.anteprimaamarone.it).
Un percorso, quelli sulla sostenibilità, che nel territorio e sotto l’egida del Consorzio non è iniziato oggi: da cinque anni è stato lanciato il protocollo di produzione integrata “Riduci Risparmia Rispetta”, e dalla vendemmia 2016 le uve e i vini prodotti secondo il protocollo saranno certificate da Siquria e quindi si potranno fregiare del marchio “RRR”. Il marchio potrà essere apposto sulle bottiglie e, nel caso di chi conferisce le uve, sui documenti fiscali di accompagnamento.
“L’obiettivo del Consorzio - spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio - è quello di puntare a ottenere vini sempre più salubri e socialmente sostenibili. In Valpolicella, che è tra le aree di produzione più blasonate e rinomate in Italia e non solo, il rapporto tra viticoltura e zona di produzione è particolarmente stretto e la sostenibilità è necessaria per l’accettazione sociale”.
Per la prima volta in Italia è un Consorzio di tutela a certificare, sotto il controllo di un ente terzo, la sostenibilità del processo produttivo e, altra novità, in accordo con le amministrazioni locali.
“Il marchio - sottolinea Olga Bussinello, direttore del Consorzio - rappresenta la certificazione del rispetto ambientale, con l’adozione di tecniche innovative in vigneto, e della tutela del paesaggio. Abbiamo potuto conseguire la certificazione dell’area a denominazione Valpolicella anche grazie al supporto e alla condivisione delle amministrazioni locali. Il Protocollo è nato, infatti, oltre che per rispondere alla domanda dei consumatori sempre più decisa di vini che esprimono il territorio e anche di un ambiente più pulito da parte degli abitanti della Valpolicella. Il progetto nel suo primo anno ha coinvolto 30 aziende e 500 ettari, ma l’obiettivo del Consorzio è di arrivare a certificare il 60% della superficie vitata nei prossimi due anni. Teniamo molto a questo traguardo su cui in Europa si sta cimentando soltanto l’Austria”.
I Comuni di Marano, Fumane, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio, Negrar, Verona e Illasi che hanno aderito al progetto rappresentano, infatti, il 73% della superficie vitata della denominazione Valpolicella. Si tratta di una “certificazione di area” che riguarda non solo il processo produttivo in vigneto e in cantina, ma l’insieme del territorio, dalla conservazione del paesaggio a quella dell’ecosistema, dalla gestione delle risorse alla tutela della biodiversità, fino alla difesa che, fondata sul principio di precauzione, ha regole più restrittive rispetto ai protocolli nazionali e regionali. A curare la parte scientifica del progetto è il Crea-Viticoltura Enologia di Conegliano (Treviso).
“Anche questa certificazione volontaria di prodotto, come le altre - osserva Renzo Caobelli, agronomo consulente del Consorzio - risponde alla necessità delle aziende di garantire la conformità del proprio vino alle normative o a standard proprietari. La certificazione “RRR”, tuttavia, si differenzia dalle altre relative ad aspetti specifici, come l’impronta carbonica o quella dell’acqua, in quanto inclusiva di tutto il processo produttivo”.
La certificazione “RRR”, infatti, prevede “l’integrazione” dei diversi fattori della produzione - quelli che naturalmente concorrono al ciclo produttivo, come per esempio l’ambiente di coltivazione e la vocazionalità pedoclimatica, il mantenimento dell’agroecosistema naturale e la sistemazione e preparazione del suolo - con gli altri fissati dal disciplinare della denominazione - come per esempio la scelta varietale - limitando al massimo gli input esterni per la concimazione, l’irrigazione e la difesa.
Una strategia di sistema, a lungo raggio, per tutelare la salute dei consumatori e del territorio da cui nascono alcuni dei vini italiani di maggior successo nel mondo.

Focus - I numeri della Valpolicella
La filiera nel 2016
2286 aziende agricole produttrici di uva Valpolicella
286 aziende imbottigliatrici
di cui 229 aziende che trasformano (verticali)
478 fruttai per l’appassimento dell’uva
Uva raccolta nel 2016
599.694 quintali di uva Valpolicella Doc
327.218 quintali di uva per Amarone e Recioto della Valpolicella Docg
7.844 ettari vitati
39% Piccole aziende (meno di 20.000 bottiglie)
52% Medie aziende (tra 20.000 e 500.000 bottiglie)
9% Grandi aziende (più di 500.000 bottiglie)
Numero fascette di Stato distribuite (2016)
Amarone della Valpolicella Docg: 14.553.752
Recioto della Valpolicella Docg: 389.535
Valpolicella Ripasso DOC: 27.619.594
Valpolicella DOC: 18.253.128

I numeri del Consorzio Vini Valpolicella
La situazione 2016

1636 aziende agricole produttrici di uva (-3%)
199 aziende che vinificano (+76%)
199 aziende imbottigliatrici (+59%) di cui 161 aziende che trasformano (aziende verticali)
La produzione nel 2016
18.342.133 bottiglie di Valpolicella DOC (137.566 ettolitri)
27.754.266 bottiglie di Valpolicella Ripasso DOC (208.157 ettolitri)
14.944.266 bottiglie di Amarone e Recioto della Valpolicella Docg (112.082 ettolitri), di cui Amarone della Valpolicella Docg 109.686 ettolitri e Recioto della Valpolicella Docg 2.397 ettolitri

Focus - Colore intenso, ricco in profumi e alcolicità, con un ottimo potenziale di invecchiamento, l’Amarone della Valpolicella 2013 può definirsi un’annata di qualità medio-alta
Profilo viticolo 2013. Si ricorderà per l’assoluta divergenza climatica tra la prima fase del ciclo vegetativo e la seconda coincidente con la maturazione. Nel primo periodo, infatti, la vite è stata sottoposta a un clima avverso caratterizzato da precipitazioni frequenti e basse temperature; al contrario, da giugno alla maturazione, la pianta ha fronteggiato un andamento meteorologico esattamente opposto. Tutto ciò ha determinato un netto percorso di arricchimento in metaboliti dell’acino e un netto timbro nei vini. Il 2013 è un’annata che ben rappresenta il cambiamento climatico, dove variabilità e incostanza meteo sono fenomeni sempre più frequenti, che sottopongono la vite a regimi metabolici opposti ed estremi (proteici e zuccherini), portando a risultati finali a volte inaspettati, ma di grande interesse. Lo stress idrico in pre-invaiatura ha stimolato una intensa attività di sintesi antocianica, polifenolica e tannica. Gli alti valori termici e la carenza di precipitazioni nella fase di maturazione hanno permesso di ottenere uve più sane, mature e ricche di zuccheri. Il periodo autunnale dell’appassimento, inoltre, si è giovato di umidità relativa ridotta (mediamente al di sotto del 60%).
Profilo dei vini. In questo contesto climatico i vini del 2013 sono risultati di elevato livello qualitativo con una evidente espressione territoriale e stilistica in un’annata comunque non semplice. Nel dettaglio la commissione di degustazione del Consorzio ha riscontrato una grande eleganza fruttata nei vini di Mezzane, Illasi e Cazzano e una prepotente eleganza e potenza in quelli di Negrar. I vini della vallata di Fumane sono risultati contraddistinti da delicatezza olfattiva ed equilibrio gustativo, mentre quelli di San Pietro in Cariano da note di confettura. Nei vini della vallata di Marano è stata trovata una grande omogeneità territoriale con vini dall’ottima struttura. E’ stata riscontrata nei vini della Valpantena una sempre maggiore identità caratterizzata da morbidezza e grande piacevolezza.
Amarone della Valpolicella: le ragioni della sua unicità. L’Amarone della Valpolicella è un vino, oltre che di pregio, assolutamente unico a livello mondiale perché nasce dalla combinazione di elementi peculiari: i vitigni autoctoni, una tradizione viticola ed enologica unica, un ambiente pedoclimatico irripetibile (terroir) e un paesaggio ben conservato e ricco di biodiversità. Pochi vini italiani hanno come l’Amarone una forte impronta territoriale, intesa come insieme di pratiche viticole impiegate su un insieme di vitigni locali, come Corvina, Corvinone, Rondinella (ma anche altri, antichi e storicamente presenti in Valpolicella, recuperati e in via di diffusione come l’Oseleta e lo Spigamonti) a cui si applicano tecniche idonee a valorizzare i loro caratteri qualitativi.
La scelta delle migliori uve, per usarne al massimo il 65% del totale (o spesso percentuali inferiori), la loro messa a riposo in fruttaio e l’attesa per almeno 80-90 giorni prima della vinificazione, sono alcuni dei punti di unicità di questo grande rosso. Ciò che ancor più arricchisce di fascino e attese questo vino, è ciò che la ricerca scientifica ha evidenziato negli ultimi anni, ma che era già stato colto dalla gente del Valpolicella e che aveva travasato nella tecnica di appassimento. Le uve Corvina e Corvinone infatti, molto più delle varietà internazionali, nel corso dell’appassimento si arricchiscono di molecole dal grande valore salutistico e nutraceutico, tra le quali la più nota è il resveratrolo. Un esempio? Nella vendemmia 2015 la quantità di trans-resveratrolo nell’uva fresca di Corvina era di circa 140 microg/L, che dopo 80 giorni di appassimento, ai primi di dicembre, sono diventati oltre 1.200. Non solo. Nella messa a riposo nelle uve avviene anche la sintesi di composti aromatici (come norisoprenoidi e terpeni) alcuni dei quali non presenti nelle uve fresche (esempio, germacrene).
L’Amarone della Valpolicella è, quindi, il risultato di una combinazione non ripetibile altrove di interazione tra vitigni e ambiente, a cui si aggiunge una tecnica, l’appassimento, che in queste varietà autoctone porta alla sintesi di composti non presenti nelle uve fresche. Tanti elementi tutti gestiti con scrupolo in vigneto e in cantina e codificati da un preciso disciplinare di produzione.

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