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I protagonisti della Francia del vino ne “Les 20 du vin Millesime 2016” di Vitisphere: da Michel Chapoutier, simbolo Vallée du Rhône, a Pierre-Emmanuel Taittinger, a capo della griffe Champagne, passando per Sylvie Cazes della Cité du Vin di Bordeaux

La Francia è l’esempio da seguire, il concorrente da provare a superare, il primo della classe da cui prendere ispirazione, senza complessi di inferiorità, ma con la consapevolezza che, quando si parla di vino, i grandi territori d’Oltralpe vantano una storia gloriosa, su cui poggia il successo, nei giorni nostri, di Champagne, Bordeaux e Borgogna, ma anche la crescita di Loira, Rodano e Languedoc. Storia tramandata a volte di padre in figlio in grandi epopee familiari, altre invece reinterpretata e attualizzata. Ma chi sono i protagonisti della viticultura francese, i personaggi più influenti, a tutti i livelli, dal campo alla scrivania? Il magazine francese “Vitisphere” (www.vitisphere.com) ne ha messi in fila 20, ne “Les 20 du vin Millesime 2016”, tra cui spiccano volti noti anche in Italia, come Michel Chapoutier, simbolo della Vallée du Rhône, oltre che presidente dell’Interprofession des vins du Rhône, o Pierre-Emmanuel Taittinger, presidente della storica maison di Champagne, senza dimenticare una donna che ha conquistato spesso la ribalta, specie nei nostri articoli, negli ultimi mesi, Sylvie Cazes, presidentessa della Fondation pour la culture et les civilisations du vin di Bordeaux.
Altri, invece, sono meno noti al pubblico italiano, ma ricoprono ruoli di importanza enorme e, soprattutto, con il proprio lavoro permettono il successo delle aziende per cui lavorano e dei territori cui prestano la propria professionalità. Da Jean-Michel Aubinel, presidente della Confédération des appellations et des vignerons de Bourgogne a David Amblevert, presidente della Fédération française de la pépinière viticole a Bordeaux; da Gerard Bértrand, ex rugbista e direttore generale diel gruppo Gérard Bertrand, in Languedoc-Roussillon, a Mathilde Boulachin, direttrice generale di Pierre Chavin, una delle aziende più innovative della Languedoc-Roussillon; da François Dal, potatore e tecnico al servizio della ricerca contro le malattie della vite, a Frederic Rouanet, presidente del sindacato viticolo dell’Hérault; da Vincent Chevrier, portavoce e coordinatore di WineTech, che in pochi mesi ha messo insieme una cinquantina di start up pensate per il mondo del vino sotto un unico cappello, a Pierre Clément, presidente della fiera Vinovision, dedicata ai vini della Francia settentrionale.
E ancora, Jérôme Despey et Jean-Marie Barillère, rispettivamente presidente del conseil spécialisé vins de FranceAgriMer (Languedoc-Roussillon) e presidente del Comité national des interprofessions des vins à appellation d’origine (Champagne), che hanno portato positivamente a termine i negoziati con il Ministero dell’Agricoltura per i finanziamenti pubblici a sostegno del settore viticolo. Ci sono poi le esperienze di Bernard Farges, presidente del syndicat viticole des Bordeaux et Bordeaux supérieur, di Bertrand Girard, direttore generale di Vinadeis/In Vivo Wine, una delle cooperative più grandi di Francia, con 17.000 ettari divisi tra 1.600 soci, di Bruno Kessler, presidente dell’Association française des embouteilleurs et distributeurs de vins et spiritueux e di Sébastien Labails, responsable vignoble innovation a Vignerons de Buzet. Infine, ci sono l’attivista verde Valérie Murat, portavoce dell’associazione Alerte aux Toxiques!, il giovane conferenziere Axel Marchal, responsabile del corso universitario d’aptitude à la dégustation - Duad all’ISVV di Bordeaux, il presidente dell’associazione Piwi France (Languedoc-Roussillon), Vincent Pugibet.

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