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“Usa primo mercato, ma con Italia e Giappone rapporto incredibile: apprezzano appieno la nostra ricerca di equilibrio ed armonia nei nostri vini”: l’enologo del mito di Champagne, Dom Pérignon, Vincent Chaperon, a Firenze, nel debutto del Rosè 2005

“Gli Usa sono il nostro primo mercato, ma con Italia e Giappone abbiamo un rapporto incredibile perché apprezzano appieno la nostra ricerca di equilibrio ed armonia nei nostri vini”. A dirlo Vincent Chaperon, enologo del mito dello Champagne Dom Perignon (del gruppo Lvmh), celebre, tra le altre cose, per produrre solo millesimati, che ha scelto la “culla del Rinascimento”, Firenze, per presentare il suo nuovo Rosè 2005, in una cena-spettacolo sul palco del seicentesco Teatro della Pergola. Che ha voluto mettere in risalto un aspetto che sta molto a cuore alla griffe francese, ovvero “Dom Pérignon Rosé is not pink”, tutto incentrato sul Pinot Nero.

“Nel Rosé, il Pinot Noir è il vero protagonista, con tutto ciò che questo comporta in termini di attenzione ai processi di vinificazione, assemblaggio e creazione di un’affascinante complessità organolettica - ha spiegato ancora Chaperon - pur rimanendo uno Champagne, Dom Pérignon Rosé ne varca i confini di gusto e semantici, avvicinandosi al territorio dei grandi rossi”. Non a caso il debutto è stato nella capitale della Toscana “rossista”, con lo Champagne Rosè 2005 che a stato abbinato alla carne, classica partner dei grandi vini rossi, ed in particolare alla Chianina italiana a all Wagyu giapponese, per sottolineare il legame “filosofico” tra gli appassionati di questi due Paesi e il percorso di Dom Perignon.
“Ciò che rende unico al mondo il Dom Perignon - ha sottolineato Chaperon - non sono il terroir o i vitigni ma la visione che abbiamo in azienda e la ricerca dell’emozione nei nostri vini. Uno spirito che si tramanda di generazione in generazione, e di millesimato in millesimato”.


Focus - Frutto di una rigorosa selezione, limitata in quantità, eccezionale in qualità: ecco il Dom Pérignon Rosé 2005
Frutto di una rigorosa selezione, limitata in quantità, eccezionale in qualità, il Dom Pérignon Rosé 2005 “è un’annata dai forti contrasti, globalmente calda e secca - ricorda Richard Geoffrey, chef de cave della Maison - l’iniziale entusiasmo dato dalla calura di agosto è stato temperata dalla frescura e dalle piogge di settembre”. Per questo alla vendemmia - iniziata il 14 settembre - si è resa necessaria “una drastica selezione per ottenere infine un raccolto limitato ma di eccezionale qualità, con una maturità aromatica senza pari”. In particolare, spiega Geoffrey, “le note tropicali, come la guava e la foglia di curry, si fondono con quelle più classiche di scorza di limone e frutta a nocciolo molto matura. A completare il tutto, gli accenni di cacao e spezie torrefatte. La vinosità è tonica, la ricchezza iniziale si espande e si afferma, rivelando una maggiore corposità, solidità e struttura. La persistenza in bocca è notevole, con delicati accenni di liquirizia e note amare di arancia rossa”.

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