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Il vino, con le sue rotte, collega da sempre Paesi e popoli. Dal punto di vista mercantile, ma anche culturale. Cosa che si ripete ancora oggi con la prima Strada del Vino in Tunisia, nel progetto “Magon”, tra il Paese nordafricano e la Sicilia

Il vino, lungo le sue rotte, collega da sempre Paesi e popoli. Non solo dal punto di vista meramente mercantile, ma anche culturale. Cosa che si ripete, ancora oggi, con la nascita della prima Strada del Vino in Tunisia, nel progetto Magon Italia - Tunisia, che prende il nome dall'agronomo cartaginese Magone, del terzo secolo a. C. che fu tra i primi a scrivere trattati sulla viticoltura, e autore del famoso trattato in 28 volumi che il Senato di Roma ordinò di portare nell’Urbe e tradurre in latino quando Cartagine venne conquistata.

Si tratta di un itinerario turistico culturale basato sulla combinazione tra il patrimonio archeologico e le tradizioni enogastronomiche, che promuoverà i collegamenti ai siti archeologici esistenti di origine fenicia e punica in Tunisia e Sicilia e il contributo di questa civiltà in relazione allo sviluppo della viticoltura mediterranea. Il circuito riguarderà il percorso tra Cartagine e Capo Bon in Tunisia (compresi i siti archeologici di Cartagine e Kerkouane, musei Bardo e Nabeul, le zone DOC: Grand Cru Mornag, Mornag, Sidi Salem, Kélibia); in Sicilia i siti archeologici interessati sono quelli di Selinunte e il suo ex Chora (tra cui il Monte Adranone e il Museo di Sambuca, le aree della Strada del Vino “Terre Sicane”, Menfi, Sambuca, e Santa Margherita Belice).


Annunciato giù nel 2016, il progetto, che ora è operativo, riporta l’Ansa, “sarà offerto agli operatori turistici che lavorano in Tunisia e vuole essere un percorso culturale alternativo al turismo convenzionale. Un turismo culturale che unisce la produzione del vino al patrimonio patrimonio archeologico del Paese”, spiegava al sito www.africanews.com, Mohammed Ben Sheikh, presidente della Chambre nationale des fabricants des boissons alcoolisées e viticoltore lui stesso.

“Cartagine - continua - era il granaio di Roma, ma era anche la sua cantina. Aveva una grande agronomo, Magon, che fu il primo a scrivere trattati sulla viticoltura”. In questa direzione si muove il progetto Enpi CBC Med di cooperazione transfrontaliera “Magon - Le chemin de la vigne méditerranéen sur les traces de Magon entre la Sicile et la Tunisie”, cofinanziato dall’Ue.
Questo progetto fa parte di un rilancio dell’intero settore vitivinicolo cominciato negli anni ’90, dopo un lungo periodo in cui il comparto venne quasi abbandonato. La Tunisia produce attualmente 32 milioni di bottiglie l’anno, con la maggior parte della produzione destinata al mercato interno con un introito di 80 milioni di euro, di cui circa 25 milioni finiscono nelle casse dello Stato. I ricavi netti delle esportazioni di vino non superano i 10 milioni di euro ed i produttori di vino contano di poter espandere la loro quota di esportazioni, anche in paesi extraeuropei.

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