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Italian Wine & Food Institute: il mercato Usa chiude il 2016 in equilibrio, con le importazioni enoiche che crescono dello 0,3% in volume e del 2,8% in valore. Italia stabile, a 2,53 milioni di ettolitri (-0,5%) per 1,34 miliardi di dollari (+3,1%)

Italia
Italian Wine Food Institute: il mercato Usa chiude il 2016 in equilibrio

Il mercato americano, com’era ampiamente prevedibile visti i numeri dei primi tre trimestri, chiude il 2016 in sostanziale equilibrio, con le importazioni enoiche che, nel complesso, crescono dello 0,3% in volume, a 8,86 milioni di ettolitri, e del 2,8% in valore, a 4 miliardi di dollari. L’Italia, pur perdendo qualcosa in termini quantitativi, mantiene la propria leadership, a quota 2,53 milioni di ettolitri di vino spedito (-0,5%) per un controvalore di 1,34 miliardi di dollari (+3,1%), secondo gli ultimi dati dell’Italian Wine & Food Institute (https://iwfinews.com), guidato da Lucio Caputo. Ma il dato complessivo nasconde un andamento tutt’altro che stabile, perché a fare da contraltare alla solidità italiana sono, ad esempio, il notevole decremento delle importazioni dall’Australia (-13,6%) e dall’Argentina (-26%), ma anche il contemporaneo incremento degli acquisti dal Cile (+19%) e dalla Nuova Zelanda (+14%).
In costante incremento le esportazioni vinicole dalla Francia (+12%), che si è ormai saldamente insediata al quarto posto in quantità ed al secondo in valore fra i principali Paesi esportatori verso gli Usa. Fra i sei fornitori principali del mercato vinicolo americano, fa notare l’Italian Wine & Food Institute, ben quattro (Cile, Australia, N. Zelanda e Argentina) fanno parte del Nuovo Mondo, e solo due (Italia e Francia) del Vecchio, con il 74% del totale delle esportazioni vinicole in quantità fornito da quattro Paesi (Italia, Cile, Australia e Francia) ed il 75,3% in valore da altri quattro Paesi (Italia, Francia, Nuova Zelanda e Australia). Percentuali che salgono, rispettivamente, al 93,5% ed al 93,1% aggiungendo Argentina e Spagna: sei Paesi monopolizzano quindi il mercato vinicolo statunitense, lasciando poco spazio a tutti gli altri paesi produttori di vino.
Tornando alla performance italiana, al dato iniziale di 1,34 miliardi di dollari, relativo ai soli vini fermi, vanno aggiunte le importazioni di spumanti, vini liquorosi e vermouth, grazie ai quali il valore totale delle esportazioni dal Belpaese arriva a 1,8 miliardi di dollari. L’Italia, nel panorama delle importazioni Usa, detiene il 33% in valore ed il 29% in quantità del mercato, per un prezzo medio di 5 dollari al litro, contro i 9 dollari dei vini francesi (i più cari) ed i 3 dollari dei vini australiani (i meno cari).

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