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2016 in chiaroscuro per lo Champagne: dopo l’Association Vinicole Champenoise, a certificarlo (anche se con cifre preliminari) è il Comité Champagne, che parla di un -9% in UK e fatturato in calo di 250 milioni di euro sul 2015, a 4,5 miliardi

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2016 in chiaroscuro per lo Champagne

Che il 2016 non sia stato un anno da incorniciare per le bollicine più famose di Francia lo aveva anticipato, a metà dicembre, l’Association Vinicole Champenoise, che aveva sottolineato come il deprezzamento della sterlina avesse avuto un peso rilevante nel -22,6% di vendite in Europa registrato in ottobre (https://goo.gl/S1nwrk); e adesso alla dichiarazione dell’associazione si è aggiunta quella del Comité Champagne, per bocca del suo dg Vincent Perrin, che lascia pochi dubbi al riguardo, con un calo nelle vendite del 9% nel Regno Unito, pari a tre milioni di bottiglie (lo stesso calo registrato nella madrepatria).
Come riportato da “Decanter” (www.decanter.com), Perrin ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sul 2016 durante il festival di Saint Vincent de l’Archiconfrérie, Santo patrono dei vignaioli d’oltralpe, annunciando innanzitutto che durante il 2016 sono state spedite dai territori di produzione 306 milioni di bottiglie di Champagne, ma con un fatturato totale stimato pari a 4,5 miliardi di euro: il secondo più alto di sempre, a 4,5 miliardi, ma pur sempre un calo di 250 milioni rispetto al 2015, e con il numero totale di bottiglie vendute che è il terzo più basso dell’ultima decade, dopo quelle del 2009 e del 2013. Inoltre, Perrin ha reso noto un dato assai rilevante, e cioè che il calo di vendite nel Regno Unito, pari a tre milioni di bottiglie (-9%), è pari a quello registrato in patria: “Quando abbiamo fatto una previsione sui volumi di vendita a luglio”, ha aggiunto, “non avevamo idea del fatto che il mercato si sarebbe ridotto così rapidamente”. Comprensibilmente, l’indebolimento della sterlina sui mercati valutari, e particolarmente nei confronti dell’euro, ha esacerbato l’instabilità economica percepita dai consumatori britannici, ed è molto probabile che il prezzo medio di una bottiglia di Champagne abbia avuto un ruolo rilevante nella scelta dei consumatori inglesi, specialmente se si considera che il mercato britannico è il medesimo dove il Prosecco ha avuto un anno da incorniciare.
Il calo in Francia e oltremanica è stato, per certi versi, attutito dalla crescita di vendite di Champagne negli Stati Uniti, in Asia e in alcuni paesi del Nord Europa: dal 2015, gli Usa sono il primo mercato estero in valore delle bollicine francesi, ed è facile prevedere che continueranno ad esserlo per parecchi anni ancora. Infine, nemmeno i dati sulla vendemmia 2016 sono del tutto positivi: il totale della produzione 2017 è pari a 316 milioni di bottiglie, delle quali solo 264 vengono dall’ultima vendemmia. La resa media, pari a 90 quintali per ettaro, è stata la più bassa dal 2003, e quindi 52 milioni di bottiglie sono state aggiunte al totale sfruttando il sistema delle riserve individuali.

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