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Il giro del mondo (enoico) in dodici mesi: mese per mese, e stagione per stagione, ecco le dodici nuove frontiere dell’enoturismo di tutto il globo da visitare per “Forbes”. E per l’Italia c’è l’Alto Piemonte, patria del Nebbiolo e del Barolo

Italia
Nelle 12 nuove frontiere dell’enoturismo del mondo per “Forbes” c’è l’Alto Piemonte, patria Nebbiolo e Barolo

Il periodo post-festività è anche quello dove, insieme ai buoni propositi per l’anno appena trascorso, si iniziano a curare anche i piani per le vacanze prossime venture, ed è anche per questo che la wine writer Lauren Mowery ha compilato per “Forbes” (www.forbes.com) una sorta di “calendario” delle nuove destinazioni dell’enoturismo globale, basandosi sia sulla qualità dei loro vini che sulla bellezza dei loro territori, e includendo per l’Italia nientemeno che l’alto Piemonte.
Il mese scelto da Mowery per la “pin-up” vinicola tricolore in questo calendario enoico è ottobre, perché nonostante il fatto che la massima parte dell’attenzione di critica e pubblico nei confronti della regione sia dovuta alle Langhe e al suo Barolo, Mowery pone l’accento invece sui Nebbiolo della parte alta, “aromatici, cristallini e molto influenzati dal terroir, e a prezzi molto accessibili”, con il mese prescelto in quanto inizio della stagione del tartufo bianco. Inoltre, “l’area si sta rinnovando, con nuove generazioni che stanno tornando alla terra e migliorando la qualità, in alcuni casi dopo decenni di abbandono. Gattinara, Ghemme, Lessona, Boca e Bramaterra”, conclude la wine writer, “hanno tutti terreni e climi leggermente diversi fra loro, ma producono tutti vini di carattere, e che la maggior parte dei consumatori ancora non conoscono”.
Le altre destinazioni variano dalle aree meridionali di Itata e Bìo Bìo, in Chile, per gennaio, patria di vini bianchi e Pinot Nero, al febbraio da passare sulla costa della Nuova Zelanda, tra i Sauvignon Blanc e i Pinot Nero di Hawke’s Bay. L’arrivo della primavera può essere una ottima occasione per fare un salto in Argentina, nella regione nord-occidentale di Salta, per un po’ di vini d’alta quota da Malbec, Tannat e Torrontes, e in aprile, ecco la Spagna, con le aree collinose della Ribeira Sacra e Valdeorras. A maggio, geopolitica permettendo, Mowery consiglia invece di prenotare in Georgia, nella regione di confine di Kakheti, tra Armenia e Turchia, dove il vino fermentato in giare di terracotta ben si sposa a una cultura culinaria definita semplicemente “deliziosa”. L’arrivo dell’estate va invece salutato nella “piccola Borgogna” svizzera di Graubunden, anch’essa patria di Pinot Nero, mentre per luglio la wine writer consiglia l’Ontario canadese, punteggiato di piccoli produttori, una natura favolosa e ottimi vini da varietà internazionali come l’immancabile Chardonnay, Riesling, Pinot Nero e Cabernet Franc.
Medesimo continente, ma un po’ più a sud, per agosto, con le valli di Rouge e di Applegate, nello stato americano dell’Oregon, dove i microclimi delle due aree consentono di coltivare con profitto il Riesling come il Cabernet. Con l’arrivo dell’autunno, invece, si torna nel “vecchio mondo”, e per la precisione in Corsica, dove i produttori locali danno vita a nettari “di vivido carattere” da varietà a bacca rossa come Sciaccarellu e Nielluccio, o dal bianco Vermentino. A ottobre, come detto, il wine tourist avveduto andrà in Piemonte, mentre a Novembre è ora di tornare nel continente americano, e sulla costa ovest, nella Anderson Valley californiana, a più di tre ore di macchina dalle fin troppo note Sonoma e Napa, dove l’atmosfera più sottotono non fa che giovare ulteriormente al benessere del visitatore. Infine, dicembre è per Mowery il mese giusto per fare una capatina in Sud Africa, nello Swartland, con l’estate in pieno svolgimento e le vigne al loro picco vegetativo, per godere al meglio di una regione diversa dalla più nota Stellenbosch, più aspra e calda, dove la vitivinicoltura del paese trova la sua espressione più compiuta e all’insegna della sostenibilità.

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