Vino e cultura, la Francia enoica raddoppia: con l’approvazione ufficiale del progetto, dopo la Cité du Vin di Bordeaux anche la Borgogna avrà la sua rete di “Cités des Vins de Bourgogne”, a Beaune, Mâcon e Chablis. L’apertura? Nel 2020

Il Bivb - Bureau Interprofessionel des Vins de Bourgogne ha detto sì: con la recente approvazione a larga maggioranza (72%), da parte dell’associazione di categoria dei produttori borgnognoni, le Cités des Vins de Bourgogne diventeranno ufficialmente realtà, dopo che il progetto era già stato reso noto nei mesi scorsi. La rete di centri culturali dedicati al vino, all’enoturismo e alla sua cultura della regione ruoterà su tre poli differenti - a Beaune, Mâcon e Chablis - e rappresenta senza dubbio un segnale chiaro di quanto il rapporto tra produzione vinicola e cultura nazionale sia importante per un paese produttore come la Francia.
Secondo il Bivb, il progetto vuole innanzitutto “incoraggiare i turisti ad avventurarsi oltre l’asse Digione-Beaune, per esplorare l’area di produzione in maniera più ampia, per rimanere più a lungo e aumentare le possibilità di un ritorno”: un incentivo all’attività enoturistica dell’area, quindi, ma dotato anche di una chiara impronta educativa e divulgativa, visto che le strutture si focalizzeranno sulle caratteristiche climatiche, dei terroir e delle pratiche di produzione della Borgogna, sulla scia del suo status di patrimonio universale Unesco, ottenuto nel 2015.
Inoltre, a differenza della Cité du Vin di Bordeaux, il cui successo parla ormai da solo, la rete borgnognona di Cités si focalizzerà esclusivamente sui vini della regione, con il polo di Beaune a fare da asse portante non solo del progetto, essendo il più grande, ma anche di un progetto di ristrutturazione complessiva dell’intera area, con un hotel a cinque stelle, un centro commerciale e due ristoranti, oltre alla École des Vins de Bourgogne. Secondo Louis-Fabrice Latour, presidente Bivb, il progetto delle Cités des Vins de Bourgogne “coinvolgerà un’intera generazione”.