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Il mercato del vino sfuso saluta il 2016 e guarda al 2017 con qualche incertezza, aspettando che i prezzi tornino a salire. Il Cile “ringrazia” l’Argentina, l’Australia ha ormai sposato la “Cina”, mentre il settore in Francia, Italia e Spagna ristagna

Il mercato del vino sfuso rappresenta una quota fondamentale del commercio enoico mondiale, nel 2015 ha raggiunto i 39,49 milioni di ettolitri, ossia il 38,6% di tutte le esportazioni di vino, per un volume commercializzato complessivo di ben 102,43 milioni di litri, per un prezzo medio di 0,71 euro al litro, in calo del 13,7% sul 2014, a causa di una vendemmia particolarmente generosa. Diversa la situazione attuale, che segue una delle raccolte più povere degli ultimi anni, con i prezzi che dovrebbero tornare a salire. Tra siccità e maltempo, la Francia ha perso una bella fetta di produzione, specie in Languedoc, ma non è andata bene neanche nell’emisfero Sud, con le vendemmie di Cile e Argentina in calo, rispettivamente, del 30% e del 25%, ed i prezzi dello sfuso che, infatti, sono già tornati a salire, come testimonia il Vinex’s Global Price Index, che combina i dati sul commercio dei principali Paesi produttori, in crescita del 21% negli ultimi 12 mesi. Per capire come andrà il mercato dello sfuso nel 2017, il magazine Uk “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) ha analizzato i dati del Corriere Vinicolo - Unione Italiana Vini e dell’ultimo “Ciatti Global Market Update”, approfondendo la situazione dei principali produttori mondiali.
Si parte dal Cile, che ha chiuso l’anno ad un soffio dai 300 milioni di litri prodotti, per un giro d’affari di 218 milioni di dollari ed un prezzo medio di 0,73 dollari al litro. A sostenere gli acquisti di sfuso cileno, oltre ovviamente al mercato interno, che ha assorbito la quota principale, l’Argentina, che viene da un anno difficile in termini di produzione interna: 17 milioni di litri di sfuso,tra bianchi e rossi generici, hanno preso la strada per Buenos Aires, quasi tutti ad ottobre, ossia a ridosso delle festività natalizie, quando le difficoltà a soddisfare la domanda interna erano ormai chiare, e nel 2017 la situazione dovrebbe riproporsi con le stesse dinamiche. L’Australia, invece, nel 2016 ha prodotto 293 milioni di litri di sfuso, per un valore di 218 milioni di dollari, pari a 0,75 dollari al litro. Le spedizioni di Shiraz e Cabernet Sauvignon sono andate particolarmente bene, grazie alla spinta arrivata dalla Cina: esemplificativo, in tal senso, il piano di investimenti di della China’s Weilong Grape Wine Company, pronta ad investire 120 milioni di dollari australiani sui vigneti della Terra dei Canguri. Da valutare, sul 2017, l’impatto delle grandinate che hanno colpito le regioni di Riverland e Sunraysia, dove si produce il 27% del vino australiano.
In Francia la produzione ha invece toccato i 163 milioni di litri, per un valore di 244 milioni di dollari ed un prezzo medio di 1,49 dollari al litro, il più alto del settore. Nonostante un’annata difficile ed una raccolta tra le più basse degli ultimi anni, l’offerta di vino sfuso varietale è alta, e questo perché la Francia, negli anni, ha perso importanti quote di mercato nel settore dei bag in box da 3 e da 5 litri, specie sul vicino mercato spagnolo. Simile la situazione in Italia, dove il mercato degli sfusi, con una produzione di 383 milioni di litri per un valore di 313 milioni di dollari e un prezzo medio di 0,82 dollari, è stabile, con i wine merchant che aspettano eventuali assestamenti di prezzo. Le vendite, così, vanno a rilento, specie in Gran Bretagna dove, dopo il voto sulla Brexit, la sterlina ha perso molto del suo potere d’acquisto nei confronti dell’euro, mentre tra le Regioni spiccano Abruzzo e Veneto. Infine, la Spagna, leader indiscussa, con ben 971 milioni di litri di sfuso prodotto nel 2016, per un valore di 417 milioni di dollari ed un prezzo medio di appena 0,43 dollari al litro, il più competitivo in assoluto, in calo per i rossi ed i bianchi di qualità ed in crescita solamente per i rosati. E proprio il prezzo è la leva principale con cui il vino sfuso spagnolo sta attirando le attenzioni di Cina e Russia, che potrebbero così rispondere alle incertezze di mercati storici come Olanda e Germania.

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