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Non solo capitali cinesi a Bordeaux: l’“effetto Jack Ma” ha caratterizzato le compravendite di tenute bordolesi nell’anno ormai passato, ma anche il colosso enoico transalpino Advini ha acquistato sette proprietà in Médoc e Haut-Médoc

250 ettari vitati in un colpo solo: ecco il ragguardevole “bottino” bordolese di Antoine Moueix Propriétés, società controllata dal colosso francese Advini, in chiusura di un 2016 nel quale parecchie proprietà a Bordeaux sono passate di mano. Nello specifico, come riportato da “Wine Spectator” (www.winespectator.com), la società ha acquisito Château Patache d’Aux (AOC Médoc) e Château Plagnac (AOC Médoc) a Begadan, Château Liversan (AOC Haut-Médoc), Château Lieujean (AOC Haut-Médoc) e Château Fonpiqueyre (AOC Haut-Médoc) a St.-Sauveur, Château D’Hanteillan (AOC Haut Médoc) a Cissac, Château Lacombe Noaillac (AOC Médoc) a Jau Dignac et Loirac e infine Château Leboscq (AOC Médoc) a St.-Christoly.
Advini controlla adesso, direttamente o tramite controllate, ben 400 ettari, dai quali vengono circa 150.000 casse di vino, o il 7% della produzione di Cru Bourgeois bordolesi. I vini degli château verranno distribuiti, esattamente come in precedenza, da Advini stessa, forte del suo fatturato annuo di 240 milioni di euro e del suo patrimonio enoico di oltre 2.400 ettari vitati, tutti in terra di Francia. Secondo Thibaut de la Haye, direttore di Antoine Moueix Propriétés e dirigente di lungo corso di Advini, “il fatto che controlliamo anche la distribuzione ci permette di assicurarci che i nostri distributori e importatori non subiranno politiche di dumping commerciale, cosa che qualche volta succede durante annate difficili”; inoltre, le tenute del Cru Bourgeois sono state secondo de la Haye il bersaglio giusto rispetto a target più importanti, per così dire, dove la competizione è molto più alta - senza contare il fatto che i vini del cru in questione godono comunque di un’ottima fama negli Stati Uniti, e a prezzi ben più abbordabili dei “grandi nomi” di Bordeaux.

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