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Quotazioni delle barbatelle a +20% perchè si torna a piantare, e pochi terreni in vendita: segnali positivi dal 2016 per il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, che guarda al un futuro all’insegna della zonazione con l’Università di Torino

Le barbatelle di Barbera d’Asti “vanno a ruba, tanto che non si trovano più e i prezzi sono aumentati del 20%. Anche i terreni in vendita scarseggiano”. A dirlo il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, Filippo Mobrici, che, al Castello di Costigliole d’Asti ,ha presentato il bilancio 2016 (www.viniastimonferrato.it).
Un “segnale indicativo dell’interesse che continua a crescere sul vitigno”, ha sottolineato Mobrici, che ha sottolineato come se “dal 2004 al 2014 si sono persi 3.000 ettari di superficie vitata coltivata a Barbera - spiega Mobrici - negli ultimi due anni c’è stata una inversione di tendenza”. Secondo il presidente del Consorzio, “si sta reimpiantando e a farlo sono proprio i cuneesi che investono in queste zone”.
Nel 2015 sono oltre 20 milioni le bottiglie di Barbera d’Asti Docg prodotte, su un totale di oltre 44 milioni, con Barbera Monferrato Doc e Piemonte Barbera Doc. Il Consorzio conta 235 aziende associate, delle quali 30 cantine sociali. Annunciato anche un nuovo “progetto di zonazione enologica” dell’intera denominazione. “Un progetto ambizioso, ma essenziale in collaborazione con l’Università di Torino - conclude Mobrici - per una migliore comprensione dei processi di coltivazione e vinificazione che interessano il variegato territorio della Barbera”.

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