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Nuovi record per la realtà leader della cooperazione vitivinicola trentina Mezzacorona: 54 milioni liquidati ai 1.600 soci e una resa media di 17.200 euro. E il gruppo inaugura anche il primo Bilancio di Sostenibilità Sociale del settore in Italia

Italia
Il dg Fabio Maccari e il presidente Rigotti, con mister Alibaba Jack Ma, a Vinitaly 2016

Che il mondo della cooperazione agricola in Italia goda di ottima salute, lo hanno evidenziato i più recenti dati dell’Osservatorio sulla Cooperazione del Ministero delle Politiche Agricole - e che la punta di lancia di questo mondo, specialmente fuori dai confini nazionali, sia quella vitivinicola, è fuor di dubbio. A confermarlo arrivano anche i risultati annuali di Mezzacorona, il gruppo leader della cooperazione enoica trentina guidato dal dg Paolo Maccari, che ha compiuto quest’anno i 112 anni di attività (suoi i marchi Mezzacorona, Rotari, Tolloy e Feudo Arancio/Stemmari).
Il primo dato che rende l’idea dell’ottima annata del gruppo è quello delle liquidazioni ai soci: la liquidazione complessiva per i 1.600 soci è stata pari a 54.244.885 euro, con una resa per ettaro dell’uva conferita a 17.200 euro. Segno più, inoltre, anche per il patrimonio (in crescita dell’1,65%, a 92.286.676 euro), mentre l’utile è aumentato di quasi il 20% (+19,3%). Il 2016, inoltre, come esposto ai soci nell’assemblea n. 112 dal dg Maccari, è stato un anno notevole per Mezzacorona anche al di là dei pur lusinghieri dati di bilancio (il fatturato in ulteriore incremento sugli 11 mesi a 163 milioni di euro, +0,44%): è quest’anno che il gruppo si è dotato, per primo nell’intero settore della produzione enoica in italia, di un Bilancio di Sostenibilità aziendale. Lo strumento adottato permette al gruppo di sistematizzare, catalogare e dare conto a pubblico, stakeholder e media di tutte le numerose azioni e attività sostenibili realizzate in azienda, e inventariate in un unico documento.
Idealmente, il Bilancio rappresenta il coronamento di un percorso che Mezzacorona ha intrapreso fin dagli anni Settanta, quando fu la prima azienda in Trentino a puntare sulle Doc e a sperimentare con successo le pratiche più avanzate per la produzione integrata, come la confusione sessuale poi adottata da tutti i produttori trentini. In questa visione, fondamentale è stato anche l’apporto della ricerca enologica interna, grazie alla cantina sperimentale di microvinificazione e al laboratorio di analisi e controllo qualità. Nell’anno che sta per concludersi, inoltre, il gruppo ha ottenuto anche la certificazione delle uve prodotte secondo il Sistema di Qualità Nazionale per la Produzione Integrata (Sqnpi), una tappa fondamentale e necessaria per poi giungere alla certificazione di qualità del vino.
Per i fondamentali mercati esteri, il gruppo trentino ha una forte vocazione all’export, con più dell’80% del volume d’affari che proviene dai 60 Paesi del mondo in cui opera - Stati Uniti in primis - ma anche in Cina, dove è stata una delle prime realtà vitivinicole d’Italia a sbarcare sul colosso dell’e-commerce cinese Alibaba con il suo flagship store, nel luglio 2016. Senza dimenticare né realtà consolidate, come il blocco germanofono composto da Germania, Austria e Svizzera, né possibili mercati del futuro, come il Sud America e la Corea del Sud. Infine, il legame col territorio: Mezzacorona è il nome dietro il grande recupero urbanistico e territoriale dell’area “ex-Samatec”, che oggi è diventata la Cittadella del Vino, uno dei luoghi più conosciuti e apprezzati dagli enoturisti e divenuta un punto di riferimento anche per l’offerta turistica del Trentino, con quasi 40.000 ospiti e visitatori all’anno.

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