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Formaggi, salumi, cioccolatini, sempre più prodotti vantano tra gli ingredienti i vini della Valpolicella. Ma l’utilizzo di Doc e Docg è tutelato dai Consorzi, che disciplinano condizioni e procedimento per il rilascio delle autorizzazioni

Italia
In Valpolicella la tracciabilità e la tutela dei vini Doc e Docg del territorio è estesa, anche ai prodotti alimentari

Dai formaggi ai salumi, dai cioccolatini ai dolci, sempre più prodotti alimentari vantano, tra gli ingredienti, anche se in piccola percentuale, i vini delle Doc Valpolicella, Valpolicella Ripasso e delle Docg Amarone della Valpolicella e Recioto della Valpolicella. Una scelta distintiva, capace di caratterizzare e far risaltare il prodotto sullo scaffale, tanto che spesso la menzione della denominazione d’origine, al di là della semplice segnalazione in etichetta tra gli ingredienti, diventa un vero punto di forza nella loro presentazione o nella pubblicità. Ma l’utilizzo delle denominazioni Valpolicella è tutt’altro che libero, perché la tracciabilità e la tutela dei vini Doc e Docg del territorio è estesa, anche ai prodotti alimentari composti, elaborati o trasformati quando la loro menzione vada oltre la finalità informativa dei consumatori. In questi casi, le aziende sono obbligate per legge a richiedere l’autorizzazione al Consorzio di tutela, che nel 2013 è stato nominato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ad esercitare in prima persona questa funzione.
“Si tratta di una estensione della tutela e della tracciabilità dei prodotti e della tutela delle nostre Dop - spiega Christian Marchesini, presidente del Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella - come elemento di prestigio in prodotti che le contengono. Siamo fortemente impegnati nella difesa dell'autenticità dei nostri vini e anche nei trasformati vogliamo tutelare l'originalità, anche se rappresenta solo il 2% degli ingredienti”. “Tre anni fa - aggiunge Olga Bussinello, direttore del Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella - abbiamo compreso per primi la necessità di regolamentare la tracciabilità dei prodotti alimentari e dei distillati che contengono o derivano dai nostri vini Dop per garantire al consumatore la qualità effettiva di ciò che acquista. Abbiamo predisposto un protocollo e lo abbiamo sottoposto al Mifaap, che lo ha approvato, rendendone obbligatorio il rispetto a tutti gli artigiani e alle aziende che vogliono fregiarsi dei nostri marchi collettivi in etichetta”.
Il Consorzio di Tutela dei Vini della Valpolicella, dal 2013, disciplina, in via generale, le condizioni e il procedimento per il rilascio delle autorizzazioni, nell’interesse di tutta la filiera vitivinicola che rappresenta. L’utilizzo dei vini delle denominazioni tutelate in prodotti alimentari composti, elaborati o trasformati costituisce un impiego importante, purché sia effettuato in buona fede, in modo tale da non ledere la notorietà delle denominazioni e, al contempo, da non indurre in errore i consumatori. Per chi non si adegua la legge prevede aspre sanzioni.
“La procedura - prosegue Olga Bussinello - è puntuale e precisa, l'autorizzazione viene rilasciata solo dopo attente verifiche sulle garanzie di serietà offerte dal produttore che ne fa richiesta. Non chiediamo contributi economici, la cosa su cui investiamo è la trasparenza nella produzione dei prodotti a vantaggio di chi acquista. In quest'ottica abbiamo reso pubblico sul nostro sito l'elenco delle aziende autorizzate con i relativi prodotti (http://www.consorziovalpolicella.it/it/301-autorizzazioni-prodotti-alimentari)”.

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