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I vitigni autoctoni del Belpaese, ricchezza enoica dell’Italia, ancora sotto la luce dei riflettori: ecco “Indigena”, dedicata al Piemonte, e firmata da Ian d’Agata nel “Progetto Vino” di Collisioni. Primo step l’11 dicembre, a Costigliole d’Asti

I vitigni autoctoni del Belpaese, vera ricchezza enoica dell’Italia, ancora una volta sotto la luce dei riflettori: ecco “Indigena” la nuovissima iniziativa del direttore della Vinitaly International Academy, contributor di Decanter e Senior Editor di Vinous Ian d’Agata, legata al “Progetto Vino” di Collisioni, di cui lo stesso wine writer è coordinatore (http://www.collisioni.it/it/aspettando-indigena). E che è condivisa con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, per andare alla scoperta di quelle varietà di vitigni e vini che sono il patrimonio specifico di un territorio vinicolo ed enogastronomico ricchissimo, con l’obiettivo di rilanciare l’immagine di quei vini spesso a torto ritenuti “minori”, e promuoverne la conoscenza: non solo il più conosciuto Barbera, ma fra gli altri anche il Grignolino, la Freisa, il Ruché, la Malvasia di Schierano e la Malvasia di Casorzo. Anche attraverso una condivisione, in tavole rotonde, con alcuni produttori stranieri di varietà autoctone piemontesi, che incontreranno i produttori del territorio per un confronto sulle caratteristiche distintive di queste denominazioni. Un modo per riaffermare “la piemontesità” di certi vini, i cui ambasciatori saranno proprio gli ospiti stranieri che hanno scelto di coltivare queste varietà botaniche e produrre questi vini piemontesi in Usa, Australia, Cile. “Aspettando Indigena” partirà domenica 11 dicembre proprio dal Monferrato, dal Castello di Costigliole d’Asti, dove tra gli ospiti ci sarà Bernard Burtschy, il massimo esperto di vini di Francia e capo redattore di “Figaro Vin”, Laura De Pasquale, Master Sommelier e vice presidente dell’importatore Usa “Artisanal Fine Wine & Spirits”, e Shelley Lingren, ristoratrice di fama internazionale proprietaria dei ristoranti A16 e SPQR e vincitrice del prestigioso premio “James Beard” per la migliore carta dei vini in Usa, insieme a Giorgio Ferrero, Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, e Filippo Mobrici, Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Asti e del Monferrato.
“Sono veramente felice che questo nostro progetto abbia incontrato l’interesse e il plauso di produttori e istituzioni insieme - dichiara Ian D’Agata - l’incontro tra produttori di nazionalità diverse ma che condividono linguaggi comuni, in questo caso l’utilizzo e l’amore per le stesse varietà di uve da vino, non può che tradursi in un’occasione per uno scambio di esperienze, di aneddoti, di ricordi e di conoscenze, in breve, una collisione fra culture diverse ma in fondo simili. Per la mia esperienza, gli stranieri sono onorati e felici di stare allo stesso tavolo con i produttori italiani che essi considerano in qualche modo loro mentori, o comunque stelle polari che indicano loro la strada da seguire, una via attraverso la quale imparare. Ma trattasi di strade a due corsie, anche noi possiamo imparare da loro”.
“Il progetto Indigena rappresenta per noi il pieno riconoscimento della natura del Monferrato - aggiunge Filippo Mobrici - dove, a fianco della Barbera, esiste un universo di vitigni autoctoni capaci di conferirgli unicità. Questo territorio si contraddistingue infatti per un’eccezionale varietà ampelografica, alla base del grande numero di Denominazioni da noi tutelate. In ossequio, dunque, alla natura del Monferrato ed ai più attuali compiti che la legge riconosce ai Consorzi di tutela, siamo lieti di sposare nel modo più pieno possibile il progetto Indigena. A questo proposito voglio ringraziare a nome di tutta la nostra filiera la Regione Piemonte per la sensibilità dimostrata, nonchè Collisioni e Ian D’Agata, nostri partner nell’iniziativa”.

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