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Gli Usa sono fondamentali per l’export enoico italiano, ma vanno presidiati costantemente, con progetti capaci di coordinare forze e professionalità diverse del mondo del vino tricolore, come “Vino 2017: Italian Wine Week” by Italian Trade Agency

Italia
Gli Usa sono fondamentali per l’export di vino italiano, ma vanno presidiati costantemente

Gli Stati Uniti sono il mercato principale per consumo di vino, con una spesa complessiva di 53 miliardi di dollari, di cui 15 di vino importato, per una crescita del consumo medio, nel 2015, del +7,2% sul 2014, ad oltre 10 litri pro capite all’anno, per una popolazione complessiva di potenziali consumatori (gli over 21, ndr) di 230 milioni di persone. I wine lovers veri e propri, che bevono vino almeno una volta a settimana, sono 28 milioni, ed è soprattutto grazie a loro che l’Italia enoica ha chiuso il 2015 con il record di 1,65 miliardi di dollari di vino importato dagli Usa, davanti alla Francia.
Un mercato che ha bisogno di essere presidiato, con progetti capaci di coordinare forze e professionalità diverse del mondo del vino tricolore, come “Vino 2017: Italian Wine Week”, firmato dalla Italian Trade Agency (Ice - Agenzia per la promozione all’estero, www.ice.gov.it, le aziende interessate possono scrivere a: vini@ice.it), che, nell’edizione n. 6, approda in tre delle principali città americane: New York (6 febbraio), Miami (8 febbraio) e San Francisco (9 febbraio), particolarmente rilevanti in termini di potere d’acquisto, di interesse per il prodotto vino e di posizione logistica. La tappa newyorkese, di scena agli Spring Studios, cornice “rubata” al mondo della moda e del cinema, sarà dedicata nella prima parte della giornata al business e alla divulgazione tecnica, e nella seconda alle degustazioni: attraverso i seminari della Vinitaly International Academy e il Grand Tasting, gli operatori e la stampa di settore americana incontreranno i produttori italiani e gli importatori, per scoprire insieme nuove possibilità di collaborazione commerciale e mediatica.

Il Grand Tasting di New York, organizzato per aree tematiche in funzione della tipologia di aziende italiane presenti, sarà anche un momento di confronto, in cui ICE, produttori italiani e operatori Usa affronteranno insieme il grande tema della promozione del vino tricolore tra i consumatori a stelle e strisce. I seminari della Vinitaly International Academy, invece, saranno dedicati ai vitigni di tendenza, da scoprire poi nell’area bar “discovery zone”, ma importante sarà anche la presenza di operatori commerciali e giornalisti dagli altri Stati Usa, invitati dall’Ice.
Ma non finisce qui, perché il Grand Tasting vivrà di due fasi distinte, la prima rivolta al mondo professionale, e la seconda, la sera, al pubblico dei consumatori, esclusivamente su invito, con l’ipotesi di dar vita ad un progetto pilota di cross marketing, tra le aziende del vino e i brand del made in Italy già affermati in Usa della moda, dell’arte, del design e del cibo, seguendo la logica della “premiumisation” dei consumi enoici vissuta dal mercato americano. Tra gli invitati d’eccezione, i sommelier, sempre più protagonisti nelle scelte dei consumatori, con un’influenza particolare sui Millennials, la generazione che ha ormai preso in mano il destino del vino in Usa, definendone la rotta e le tendenze. Anche grazie alla forza dei numeri: i giovani tra i 21 ed i 38 anni sono ben 70 milioni, concentrati principalmente nelle grandi città metropolitane, dove amano bere il vino al bicchiere (43%), con una certa predilezione per il vino italiano (amato dal 70% di loro). I Baby Boomers, però, continuano a detenere il 70% del reddito nazionale, e rivolgono il loro interesse, generalmente, a vini di fascia superiore.
Info: www.extraordinaryitalianwine.us

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