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La riscoperta dell’affinamento in anfora è anche il recupero di antiche tradizioni, dal “qveri” della Georgia, cui sarà dedicata la “Qvevri School and Academy”, al talha portoghese, protagonista a “La Terracotta e il Vino” (Impruneta, 19-20 novembre)

Italia
La riscoperta dell’affinamento in anfora è una delle tendenze enologiche più interessanti degli ultimi anni: “La Terracotta e il Vino”, Impruneta, 19 e 20 novembre

La riscoperta dell’affinamento in anfora è una delle tendenze enologiche più interessanti degli ultimi anni, capace di fare nuovi accoliti in tutta la Penisola, da Josko Gravner, in Friuli, tra i primi a puntare su una tecnica millenaria che in Est Europa, specie in Georgia, non è mai andata persa, ad Antonio Arrighi, che all’Isola d’Elba, da 6 anni a questa parte, ha fatto un passo indietro, enologicamente parlando, di 2000 anni. Proprio in Georgia, nella regione vinicola più importante del piccolo Paese transcaucasico, Kakheti, apriranno una scuola ed un centro culturale dedicati all’antica arte dello “qveri”, la “Qvevri School and Academy”, dedicata ai tradizionali vasi di terracotta usati da sempre per l’affinamento del vino. Oltre a corsi e workshop tenuti da artigiani locali, come racconta il magazine Uk “Decanter” (www.decanter.com), l’accademia diventerà il centro del nascente enoturismo georgiano, anche grazie all’appoggio del World Bank Group, che coprirà i costi (1 milione di euro) del progetto voluto fortemente dal Ministero dello Sviluppo Regionale di Tbilisi. È da questa tecnica, più che millenaria, che ha preso piede la moda degli orange wine, che hanno sempre più estimatori in giro per il mondo, ma che non sono certo gli unici a venire prodotti in anfora, tanto che a “La Terracotta e il Vino” 2016, di scena il 19 e 20 novembre all’Antica Fornace Agresti, ad Impruneta, saranno 41 i produttori, di cui 23 italiani e 18 stranieri, con 100 etichette, che si daranno appuntamento nella convention che riunisce le esperienze di vinificazione in anfora di tutto il mondo, tra degustazioni e dibattiti tecnici e culturali. L’Italia dei produttori di vini in terracotta è ben rappresentata, da Nord a Sud e anche dalle isole, ma ci saranno anche i vini dell’Armenia e dell’Austria, così quelli d’oltreoceano della California, dell’Oregon e dell’Australia, e, ovviamente, quelli della Gotsa family Wines dalla Georgia,e ancora, i rappresentanti di vino in anfora portoghesi e francesi (www.terracottaevino.com).
Dopo il convegno tecnico, sabato 19 novembre, c’è la prima mondiale di “Produttori georgiani e portoghesi a confronto. Un incontro tra lontani cugini dopo 2000 anni”, che offre non solo una degustazione di vini affinati in talha portoghesi e qvevri georgiani, ma una panoramica unica su due distinte tradizioni sopravvissute fino a oggi: quella dei georgiani, che continuano a seppellire i loro vasi di terracotta, i qvevri, fino alla bocca della giara, e quella degli alentejiani, nei villaggi del sud del Portogallo, che continuano a collocare i loro contenitori, i Talhas, fuori terra. Né georgiani né gli alentejiani conoscevano a vicenda le loro tradizioni vinicole fino a poco tempo fa. Come lontani cugini, dopo 2000 anni di evoluzione separata nella pratica della vinificazione, i produttori portoghesi e georgiani s’incontreranno per la prima volta per condividere esperienze e vini.

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