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Da Barolo ai territori d’Italia per farne conoscere al mondo (e agli italiani) le tipicità enoiche meno note : il “Progetto Vino” del festival Collisioni fa tappa tra i rossi del Friuli Venezia Giulia (18-20 novembre) con i bianchi del Piemonte

Italia
Da Barolo ai territori d’Italia, il Progetto Vino di Collisioni in tour ... Prossima tappa in Friuli, dal 18 al 20 novembre

A Barolo far “collidere” positivamente ambiti culturali diversi, dalla grande musica (sul palco ci sono stati nomi come Bob Dylan, Elton John, Deep Purple, Mika) alla letteratura e all’arte (con firme come Philippe Daverio, Dario Fo, Alessandro Baricco, Daniel Pennac, David Grossman, Giuseppe Tornatore, per citarne alcuni), con il vino. Nel resto d’Italia far conoscere al mondo, ma anche al Belpaese stesso, le tipicità enologiche meno celebri delle Regioni più importanti del vino italiano: è questa la strada che sta seguendo il “Progetto Vino on the Road” di Collisioni, ramo enoico, curato da Ian d’Agata (firma di Decanter, Vinous e alla guida della Vinitaly International Academy), del festival “agrirock” di Barolo, ideato da Filippo Taricco (www.collisioni.it). Che a WineNews ha definito Collisioni “un Festival che non nasce per la città, ma per i territori del wine & food, secondo un format che sarebbe bello portare anche altrove”.
Detto fatto, e dopo la tappa di settembre dedicata alla Marche
(dal loro vino più famoso, il Verdicchio, a quelli meno noti ma non per questo meno validi e caratterizzanti come Rosso Conero, Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi e Colli Maceratesi Ribona, Lacrima di Morro d’Alba, Serrapetrona e Pergola) ora punta sul Friuli Venezia Giulia. Con un gemellaggio vincolo insolito all’insegna dei bianchi autoctoni del Piemonte, Regione celebre per i suoi grandi vini rossi, dal Barolo al Barbaresco, e dei vini rossi del Friuli Venezia Giulia, tra le realtà più importanti d’Italia per la produzione bianchista, dal Collio al Friulano, per citare i vini più famosi. L’appuntamento è per il 18-20 novembre a Cividale del Friuli, che fa parte del Patrimonio Unesco, così come le Langhe ed i loro paesaggi vinicoli. “Il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni d’Italia che è più ricca di vitigni autoctoni di grande qualità. Da sempre famoso come terra di grandi vini bianchi, la realtà è che produce anche alcuni dei rossi più interessanti d’Italia. Vini che offrono un qualcosa di interessante per palati in tutto il mondo, anche grazie alla varietà delle loro espressioni”, commenta lo stesso Ian D’Agata, spiegando lo spirito dell’evento, organizzato da Ersa, l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale (www.ersa.fvg.it), in collaborazione con il Consorzio delle Doc-Fvg, che riunisce i Consorzi delle denominazioni enoiche regionali (www.consorziodocfvg.it/).
Ospite d’onore dell’evento sarà Steven Spurrier, consulente redattore di Decanter, per anni uno dei più grandi importatori e commercianti di vino tra Parigi e Londra, fondatore de L’Académie du Vin e del Corso di Vino della Christie’s, che inaugura in questa occasione una collaborazione con il “Progetto Vino di Collisioni Festival” per valorizzare, attraverso iniziative scientifiche e didattiche, le eccellenze vinicole italiane nel panorama internazionale. Come, del resto, è chiamato a fare il panel di esperti d’eccezione, selezionato da Ian D’Agata: Terry Kandylis, Moët UK Best Sommelier 2016; il “Best New Sommelier” 2013 di Wine & Spirit, Grant Reynolds, da New York; Levi Dalton, uno dei podcaster di vino più famosi America con il blog I’ll Drink to That!; il giornalista canadese Gurvinder Bhatia, (“Edmonton Journal”, “Quench magazine” e Global TV Edmonton); Tony Aspler, scrittore di numerosi volumi sul vino e collaboratore di “Decanter”; Ronald De Groot, proprietario della maggiore rivista di vino olandese, “Perswijn”; Daniel Cobian, Fine Wine Manager del progetto Artisanal Wine&Spirits per Southern Wine&Spirits Florida e non solo.

L’idea alla base della mission del “Progetto vino on the road” di Collisioni, del resto, è proprio questa: promuovere i grandi autoctoni regionali a una platea selezionata di esperti, giornalisti, sommelier, importatori da tutto il mondo, al fine di consolidare il loro collocamento sui mercati internazionali tramite un’azione di promozione e conoscenza in loco, per far riscoprire l’eccellenza di denominazioni meno note al pubblico straniero, e anche a quello italiano, per valorizzare ancora una volta l’eccellenza nella varietà, tratto distintivo dell’Italia del vino, in un clima costruttivo di scambio e confronto. Come testimonia questo “gemellaggio” tra “gli altri” Piemonte e Friuli Venezia Giulia del vino.

D’altra parte, il legame tra le due Regioni nel Progetto “Collisioni” è a suo modo storico, con le eccellenze friulane spesso protagoniste del Festival a Barolo, e nel 2015 era stato firmato anche un Protocollo d’intesa proprio tra Regione Friuli Venezia Giulia e Regione Piemonte per questo insolito gemellaggio enoico. “La presenza di bianchi del Piemonte nell’evento di Cividale del Friuli, a fianco dei rossi friulani, è un altro segno della grande collaborazione in atto tra Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Verifico con soddisfazione come l’attenzione alla qualità e alla storia delle nostre produzioni stia diventando un elemento qualificante, in grado di costruire prospettive concrete e durature per l’agroalimentare italiano”, conferma l’Assessore all’Agricoltura del Piemonte Giorgio Ferrero, che sarà ospite dell’evento il 19 novembre. A cui fa eco il collega del Friuli Venezia Giulia, Cristiano Shaurli: “un’iniziativa importante, che vuole dare il risalto che meritano, in una Regione come il Friuli Venezia Giulia famosa per i grandi bianchi, ai vini rossi, in particolare autoctoni, patrimonio da conoscere e far conoscere meglio”.

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