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L’analisi ragionata di WineNews sulle guide dei vini d’Italia - Solo due vini mettono d’accordo le 7 principali guide 2017: San Leonardo e Sassicaia. O nessuno, considerando tutte le 9 “nazionali” (ed i loro criteri particolari, oltre alla qualità)

Italia
Sassicaia e San Leonardo, i soli due grandissimi vini che hanno messo d’accordo le 7 principali guide ai vini italiani 2017 secondo l’analisi ragionata di WineNews

Solo due etichette, grandissime, mettono d’accordo le guide ai vini del Belpaese, edizione 2017: il toscano Bolgheri Sassicaia 2013 della Tenuta San Guido e il trentino San Leonardo 2011 della Tenuta San Leonardo. Questo se si prendono in considerazione le 7 più importanti, che hanno liste e modalità di valutazione comparabili, perchè se si guarda a tutte le 9 a diffusione nazionale a disposizione degli appassionati, comprese quelle che procedono con criteri di giudizio molto particolari e giudicano tenendo conto di altre peculiarità dei vini, oltre alla assoluta qualità, come già nel 2015 e nel 2012, nessun vino ha ottenuto il massimo riconoscimento di ognuna delle pubblicazioni, nessuna etichetta è in grado di mettere tutti d’accordo, nessun vino è il “campione eletto” di tutta la critica enologica del Belpaese. Così l’analisi di www.winenews.it che, come di consueto (è l’edizione n. 11), ha incrociato le liste dei migliori assaggi, redatte dalle guide dei vini 2017.

Quest’anno, visto il moltiplicarsi di voci critiche e pubblicazioni che schedano il panorama vastissimo del vino italiano, abbiamo scelto di individuare 7 guide a costituire lo “zoccolo duro” sulle 9 a disposizione, perché, come detto, conservano criteri di valutazione più omogenei, sostanzialmente riconducibili al solo profilo organolettico dei vini, e non spostano la loro attenzione su parametri di giudizio molto particolari.

Un elemento, quest’ultimo, che contraddistingue sia la guida “Vini Buoni d’Italia” del Touring Club, dato il suo limite dichiarato (la “corona” viene attribuita soltanto ai vini ottenuti da vitigni autoctoni, ndr), sia l’“Annuario dei migliori vini italiani” di Luca Maroni (i vini che totalizzano il punteggio più alto dell’indice di piacevolezza non fanno altro che esprimere di un vino “la piacevolezza del suo sapore, ovvero la sua fruttuosità”, ndr).
Un criterio di scelta, peraltro, che abbiamo applicato fin dall’anno della prima uscita della guida Slow Wine by Slow Food (2010) ai “Vini Slow”, cioè a quei vini il cui giudizio dipende, oltre che dalla qualità organolettica, anche da caratteri legati a territorio, storia e ambiente, cioè ad elementi un po’ più fuori dalla bottiglia.

Ecco allora che, per le guide 2017 che seguono, crediamo, un approccio al giudizio più affine, ci sono due vini che mettono d’accordo i giudizi dei critici del Belpaese (senza, evidentemente, scendere nel dettaglio delle specifiche modalità di valutazione, adottato dai vari team di degustazione): il toscano Bolgheri Sassicaia 2013 della Tenuta San Guido e il trentino San Leonardo 2011 della Tenuta San Leonardo.

I soli due ad essere nelle liste dei massimi riconoscimenti dei “Tre Bicchieri” della guida Vini d’Italia Gambero Rosso, dei “100 vini da bere subito” (San Leonardo), dei “100 vini da conservare” (Sassicaia) e dei “100 vini da comprare” della guida Vini d’Italia de L’Espresso - che alla sua edizione n. 16 ha cambiato profondamente la sua struttura, giudicando però prevalentemente la qualità intrinseca dei vini -, delle “Tre Stelle” della guida “I Vini di Veronelli” del Seminario Permanetente Luigi Veronelli, dei “Cinque Grappoli” della guida “Bibenda”, del “Grande Vino”, cioè quello che rappresenta il meglio dal punto di vista organolettico per Slow Wine di Slow Food, del “faccino” assegnato ai vini valutati con 95/100 o più dalla “Guida Essenziale ai Vini d’Italia” di Daniele Cernilli e delle “Quattro Viti”, il massimo riconoscimento di “Vitae - La Guida dei Vini 2017” dell’Associazione Italiana Sommelier (Ais), convergono dunque su due importanti vini del panorma enoico del Bel Paese. Si tratta in entrambi i casi di uvaggi di influenza bordolese (Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per il Sassicaia, Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot per il San Leonardo) “applicati” al mediterraneo declivio bolgherese e al continentale ed elevato complesso collinare del Trentino. Due vini così diversi ma, in realtà, così simili, per la costante ricerca dell’equilibrio e della finezza olfatto-degustativa. Ma non solo.
Due vini simbolo, peraltro, portati al successo da uno stesso autore: quel Giacomo Tachis recentemente scomparso, che ha firmato molti tra i migliori vini italiani degli ultimi quarant’anni.

Focus - La “Classifica delle Classifiche” ... negli anni passati

2015:
Nessuno

2014: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2011

2013: Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2011

2012: Nessuno

2011: Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2008
Gianfranco Fino, Primitivo di Manduria Es 2009

2010: Termeno, A. A. Gewürztraminer Vendemmia Tardiva “Terminum” 2007
Oasi degli Angeli, Kurni 2007 

2009: Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2005 

2008: Tenuta San Leonardo, San Leonardo 2003
Montevetrano, Montevetrano 2005
Galardi, Terre di Lavoro 2005
Tenuta San Guido, Bolgheri Sassicaia 2004
Cantina di Caldaro, Moscato Giallo Passito “Serenade” Castel Giovanelli 2004

2007: Fattoria di Petrolo, Galatrona 2004
Montevetrano, Montevetrano 2004 

2006: Gaja, Sorì San Lorenzo 2001
Casanova di Neri, Brunello di Montalcino Cerretalto 1999
Masciarelli, Montepulciano d’Abruzzo Villa Gemma 2001
Oasi degli Angeli, Kurni 2003
Galardi, Terra di Lavoro 2003
Montevetrano, Montevetrano 2003
Sandrone, Barolo Cannubi Boschis 2001
Foradori, Granato 2003

Fonte: elaborazione WineNews

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