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In parallelo alle denominazioni top di Toscana, la storia di Carpineto: nel 1967 nel Chianti Classico, poi in terra di Nobile di Montepulciano (oggi cuore moderno del gruppo), alle soglie dei 50 anni chiude il cerchio nel Brunello di Montalcino

In parallelo allo sviluppo delle denominazioni più storiche e prestigiose di Toscana, come Chianti Classico, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino, c’è chi ha sviluppato lungo questo percorso un’azienda che, fondata nel 1967 da Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo (pochi mesi dopo la nascita delle prime Doc d’Italia, tra cui proprio Nobile e Brunello, partita da Greve in Chianti, nel cuore del Gallo Nero, e poi approdata a Montepulciano (dove possiede anche il vigneto contiguo ad alta densità ritenuto il più vasto d’Italia, 65 ettari, e dove con la nuova cantina oggi è il cuore moderno del gruppo, e dove sarà festeggiato il mezzo secolo di vita, ndr), ora, alle soglie dei 50 anni, ha chiuso il cerchio nella terra del Brunello: è Carpineto, che ha visto entrare in piena operatività la sua tenuta di Montalcino, 53 ettari di terreno, di cui 10 vitate (3,5 a Brunello) nel vigneto Rogarelli. I cui vini, ora sul mercato, vanno ad impreziosire ancora di più un gruppo che con i suoi oltre 200 ettari (decuplicati rispetto ai 20 dei primi anni dell’azienda), produce oggi oltre 3 milioni di bottiglie e mette insieme le più prestigiose denominazioni della Toscana (www.carpineto.com). Un percorso vitivinicolo che si snoda i oltre 500 chilometri lungo i quali, ricorda Carpineto, vengono in mente le parole del grande enologo umanista Giacomo Tachis: “la grande architettura non sta nell’artificio delle cantine ma nel vigneto”. Un bel compleanno per un azienda che Sacchet e Zaccheo continuano a guidare insieme alle nuove generazioni, Caterina ed Elisabetta Sacchet e Francesca ed Antonio Michael Zaccheo, per una grande realtà a “conduzione familiare”, che oggi esporta i propri vini in oltre 70 Paese, Canada e Usa in testa.

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