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La diplomazia “entra” in cucina per promuovere il made in Italy (quello vero) nel mondo con “la più grande operazione diplomatica politico-culturale mai fatta”: il Ministro Gentiloni oggi a Roma lancia la “Settimana della Cucina Italiana”

Italia
Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alla presentazione della “Settimana della Cucina Italiana”

Il mondo ha fame di (vero) made in Italy, e l’Italia mette sul piatto “la più grande operazione diplomatica politico-culturale mai realizzata per l’agroalimentare, che vale 37 miliardi di euro di export, tra i settori dell’Italia che vanno meglio, se solo si pensa al vino, con l’obbiettivo di arrivare a 50 miliardi di euro nel 2020. È la prima volta che la diplomazia “entra” in cucina con un impegno del genere, e si fa protagonista con i Ministeri d Politiche Agricole e Sviluppo Economico, ma non solo (con il coinvolgimento di Istruzione e Beni Culturali, accanto alla Conferenza delle Regioni), con la Rai, ed i protagonisti del nostro cibo”. Ecco, nelle parole del Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni, la prima “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” (21-27 novembre), svelata oggi a Villa Madama a Roma, sede di rappresentanza del Governo, per raccontarci al mondo attraverso la nostra cucina “che ha un valore culturale unico, perché tutti la associano alla storia e tradizione del nostro Paese, una diffusione capillare e una qualità su cui lavoriamo per migliorarla - ha detto il Ministro - i ristoranti italiani nel mondo fanno parte della nostra rete diplomatica, che ora si mobilita per sostenere uno dei punti più forti dell’Italia, accanto alla lingua, al design, alla moda. Con un’azione di squadra, con la regia della Farnesina, coinvolgendo tutti gli attori pubblici e privati che rappresentano la cucina italiana di qualità - istituzioni, sistema camerale, associazioni di categoria, scuole di cucina, reti di ristoranti italiani certificati, e, ovviamente gli chef, dai più famosi ai giovani allievi - in oltre 1.300 eventi in 105 Paesi, coordinati dalle 295 sedi diplomatiche (dall’Europa all’America, dall’Africa ad Asia e Oceania), consolari e degli istituti italiani di cultura della Farnesina, tra 173 conferenze con chef, 98 eventi in ristoranti italiani locali e fiere, 151 cooking show, corsi di cucina e master class, 334 degustazioni e cene a tema (dedicate alle popolazioni colpite dal terremoto, ndr), 23 concorsi, 32 seminari accademici, 390 proiezioni di film e spettacoli teatrali, 32 mostre, attività comunicazione sui media (con la media partnership della Rai; www.eventisistemapaese.esteri.it). L’evento inaugurale, con lo chef n. 1 al mondo Massimo Bottura, all’Ambasciata italiana a Washington.

“Il cibo avrà sempre più un ruolo politico - ha detto il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina - e i nostri ristoranti nel mondo hanno una potenza diplomatica a volte superiore alle nostre sedi diplomatiche, ovunque ad ogni latitudine. Con Expo 2015 Milano e il Food Act abbiamo iniziato un percorso di squadra: abbiamo tanti talenti e molte individualità, che non possono non fare squadra come in cucina. Questa iniziativa è una palestra formidabile, e verrà replicata come occasione imperdibile per fare buona democrazia e raccontare l’Italia. Quella vera, perché abbiamo il dovere, sempre, di ancorare il nostro lavoro e i nostri sforzi alla tutela dei nostri prodotti: garantirla è l’ambizione più grande, perché risponde a ciò che il mondo ci chiede”.

La prima “Settimana della Cucina Italiana nel Mondo” porta avanti le tematiche di Expo - qualità, sostenibilità, cultura, sicurezza alimentare, diritto al cibo, educazione, identità, territorio, biodiversità - e si inserisce nel piano di azioni per il sostegno al settore agroalimentare e alla cucina italiana, il Food Act, presentato dalle Politiche Agricole per il Governo, e nelle attività previste dal protocollo di intesa per la valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità sottoscritto tra i Ministeri Affari Esteri, Politiche Agricole e Istruzione, e comprese nel piano di internazionalizzazione del Governo che prevede 70 milioni di euro per l’agroalimentare (e che ha già visto il lancio del segno unico distintivo “The extraordinary Italian taste” e lo chef Davide Oldani rappresentare l’Italia del cibo per il Coni alle Olimpiadi di Rio 2016).

“Abbiamo un piano straordinario per il made in Italy che stiamo rifinanziando con la Legge di Bilancio con 100 milioni di euro - ha spiegato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto - tra accordi con la grande gdo ed azioni di educazione nei mercati strategici. Questa “Settimana” celebra la cucina italiana, la nostra identità più profonda, che è anche una leva di sviluppo per l’intera economia del Paese. Stiamo facendo un grande lavoro di squadra, partendo dal Governo e dai Ministeri, e dall’Ice, mettendo in sinergia le risorse che abbiamo, in una logica di sviluppo del Paese attraverso l’agroalimentare, che ha ancora tante potenzialità da esprimere, se solo si pensa al vino in Cina, dove sono stato di recente in missione. Stiamo facendo una parte di lavoro che andava fatto prima, con missioni di imprenditori di settori diversi, per dimostrare che il nostro è un sistema che produce eccellenza”.

Per chef Cristina Bowerman, della stellata Glass Hostaria a Roma, presidente della neo-nata “Associazione italiana Ambasciatori del Gusto” (www.ambasciatoritalianidelgusto.it), “finora non abbiamo fatto sistema. Ora vogliamo farlo con una voce univoca da Nord a Sud, da Est a Ovest, chef, ma anche pizzaioli, pasticceri, gelatai, tutti coloro che raccontano il proprio territorio valorizzandone l’artigianato. Ma come “ambasciatori” dobbiamo preservare le nostre tradizioni non sotto una campana di vetro, ma raccontandole continuamente nei nostri piatti, perché come dice Petrini (Carlin, fondatore di Slow Food e presidente onorario degli Ambasciatori, ndr), questo è il ruolo del cuoco. E questo faremo nella “Settimana”, a parole con gli esperti e nel piatto con le nostre ricette, perché la cucina italiana riacquisti la sua posizione dominante nel mondo”.

Possiamo giocare il nostro ruolo in questa squadra - ha detto infine Antonio Campo dall’Orto, dg Rai - come complemento e supporto di iniziative come questa in cui crediamo. La Rai vi giocherà anzi un ruolo sempre più importante, mettendo in connessione il lavoro di chi rappresenta le nostre eccellenze e di chi le produce, con tutti gli argomenti legati al mondo del cibo, perché sia di tutti e raccontare il sistema culturale che c’è dietro: un’artigianalità di alto livello, il cui racconto affascina chiunque, contro la standardizzazione, di cui la Rai deve diventare protagonista dentro e fuori dal Paese, accompagnando tutte le iniziative del Ministero degli Affari Esteri”.

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