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Il Vigneto Italia torna a crescere, nel 2016 superfici vitate a 642.367 ettari, 4.700 in più del 2015. Merito della nuova Ocm vino che, nel biennio 2014/2015, ha portato il finanziamento medio per ettaro ristrutturato a 11.700 euro per 28.000 ettari

Italia
Il Vigneto Italia torna a crescere, nel 2016 superfici vitate a 642.367 ettari, 4.700 in più del 2015

Il Vigneto Italia torna a crescere, nel 2016 le superfici vitate hanno toccato i 642.367 ettari, 4.700 in più del 2015, grazie soprattutto alla nuova Ocm vino, in vigore dal 2008, che ha eliminato il tetto massimo al finanziamento pubblico destinato alla ristrutturazione ed alla riconversione dei vigneti europei, con il risultato che, negli ultimi anni, si è registrato un vero e proprio boom, non tanto in termini di superfici, quanto di erogazioni e finanziamento medio. Come rivela un documento della Commissione Europea sulle spese rendicontate per il piano nazionale di sostegno a livello comunitario per i primi due anni del periodo 2014/18, quindi 2014 e 2015, analizzato dal Corriere Vinicolo - Uiv (www.uiv.it), l’Italia è il Paese europeo che ha speso di più: in media, 11.700 euro per 28.000 ettari avviati a ristrutturazione, per un totale di 325 milioni di euro,contro i 4.300 euro ed i 3.700 euro riconosciuti, rispettivamente, dalle amministrazioni di Francia e Spagna, dove, però, le superfici ristrutturate nello stesso periodo sono decisamente superiori: 51.000 nel Paese iberico e 47.000 nell’Esagono. Per il finanziamento medio, invece, più dell’Italia hanno fatto la Slovenia, con una media di 20.400 euro ad ettaro, e Grecia e Cipro, a quota 12.500 euro, mentre Portogallo e Croazia.

Nel complesso, detto dell’Italia, che ha erogato 325 milioni di euro, la Francia, staccatissima, si ferma a 201 milioni di euro, davanti alla Spagna, a 192 milioni di euro: il Belpaese, in sostanza, ha assorbito il 30% del budget stanziato dall’Unione Europea per la ristrutturazione dei vigneti nei primi due anni della campagna 2014/2018, pari a poco più di un miliardo di euro, mentre la quota della Francia è del 19% e quella della Spagna del 19%. Come detto, determinanti si sono rivelati i cambiamenti delle modalità di erogazione, e infatti nella vecchia Ocm, in vigore fino al 2008, il tetto massimo per ettaro era inferiore ai 7.000 euro, con l’aiuto medio erogato nello Stivale pari a 6.600 euro, mentre da allora i tetti massimi uguali per tutti sono spariti, con le soglie decise direttamente dai singoli Paesi. Sistema che ha portato ad una vera e propria escalation, fino ad arrivare al decreto di fine 2013, in vigore appunto dal 2014, che ha attenuato il vincolo della soglia stessa, portando come conseguenza agli 11.740 euro per ettaro del biennio 2014/2015. Nel complesso, dal 2011 al 2015, l’Italia ha speso 1,8 miliardi di euro per ristrutturare 220.000 ettari, con l’impennata di questo ultimo periodo che potrebbe portare a ben 70.000 ettari il totale dei vigneti ristrutturati nel quinquennio 2014/2018, 10.000 in più di quanto previsto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per un finanziamento pari ad 820 milioni di euro, il 40% in più del periodo 2009/2013.

Ma cosa si reimpianta, e si reimpianterà, lungo lo Stivale, e dove si producono le talee che costruiranno i futuri impianti? La risposta arriva dai dati sulle produzioni vivaistico-viticole, e in particolare delle piantine di viti che potenzialmente andranno a costituire i nuovi impianti di vigneto del 2017, del Servizio Nazionale di Certificazione della Vite del CREAVIT di Conegliano, che confermano Friuli Venezia Giulia e Veneto come Regioni leader della produzione di talee franche ed innestate, a quota, nel 2016, rispettivamente, 137,6 milioni e 36,5 milioni, in crescita sul 2015 del 13,4% e del 22,4%. Dietro, si piazzano Sicilia (14,6 milioni di talee, +42,8%), Puglia (12,9 milioni di talee, -2,4%), Piemonte (10,l milioni di talee, +7,7%) e Toscana (8,9 milioni di talee, +9,3%).

Tra le varietà, il Pinot Grigio ha ormai perso il suo storico primato, nonostante le 18,7 milioni di talee prodotte nel 2016, preceduto, come nel 2015, dalla Glera, a quota 23,6 milioni di barbatelle, sulla scia del boom produttivo del Prosecco, e seguito sempre dal Sangiovese, con 12 milioni di talee innestate prodotte. Ai piedi del podio, Primitivo (5,9 milioni di talee), Merlot (5,8 milioni di talee) e Moscato (5,2 milioni di talee). Nel complesso, Glera e Pinot Grigio rappresentano il 24% delle talee prodotte, ed il 70% è invece appannaggio delle prime 30 varietà, tra cui spicca la crescita costante di Sauvignon Blanc, Syrah, Barbera, Cabernet Sauvignon, Cannonau, Montepulciano, Nebbiolo e Verdicchio, ed il calo di Catarratto e Trebbiano Toscano.

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