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“La lista degli ingredienti e i valori nutrizionali nelle etichette del vino sono inutili e portano solo più costi per i produttori”: così la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), in vista della relazione della Commissione Ue sul tema

“La lista degli ingredienti e i valori nutrizionali nelle etichette del vino sono inutili e portano solo ad un aggravio di costi per i produttori”. Così, su un tema di cui si parla da anni, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), che, nella Confederazione Europea Vignaioli Indipendenti (Cevi), si è dichiarata contraria alla possibile modifica della legislatura europea in termini di etichettatura del vino. Il presidente della Cevi, il francesce Thomas Montagne, ha pertanto inviato una lettera al Commissario Europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare Vytenis Andriukaitis, per ribadire con forza le ragioni della contrarietà dell’associazione che riunisce i Vignaioli Indipendenti di tutta Europa, tra cui appunto la Fivi. In vista della pubblicazione del report della Commissione Europea sugli ingredienti e le informazioni nutrizionali delle bevande alcoliche (che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, dopo le richieste presentate nel 2015 da parte di organizzazioni che si occupano di salute pubblica soprattutto nei Paesi del Nord Europa, ed in particolare dal Regno Unito, ormai però in odor di Brexit, ndr), la Cevi chiede di mantenere la specificità del settore vitivinicolo.

“Chiediamo l’esenzione dall’obbligo di riportare in etichetta la lista degli ingredienti e i valori nutrizionali perché riteniamo che per il settore del vino, e in particolare per noi piccoli produttori - commenta Matilde Poggi, presidente Fivi e vicepresidente Cevi - sarebbe un inutile aggravio sia in termini di tempo che economici. Il vino non ha una ricetta, cambia di anno in anno, sulla base della stagione e delle condizioni fitosanitarie dell’uva. Noi produttori dovremmo quindi farci carico di far analizzare il vino ad ogni nuova vendemmia, e cambiare di conseguenza anche l’etichetta”.

La Cevi ritiene che “il settore del vino sia già dotato di una legislazione esaustiva e molto precisa, oltre che rigida. Per questo il consumatore è già ampiamente tutelato, oltre che essere poco interessato alla parte nutrizionale di una bevanda che ritiene fonte di piacere, oltre che prodotto di una cultura più che di una ricetta”.

Un tema, questo, su cui si era già espresso uno dei personaggi più ascoltati ed autorevoli quando si parla di alimentazione, lo scienziato ed oncologo Umberto Veronesi: “la trasparenza in campo alimentare sicuramente è un bene, e dunque ben vengano le etichette che segnalano tutte le informazioni di cui disponiamo circa ciò che consumiamo. Non dobbiamo pensare però che questo - commentava Veronesi all’AdnKronos - contribuirà alla lotta all’alcolismo. Il vero problema dell’alcol non sono certo le calorie, ma la dipendenza che crea a livello mentale. Quindi va combattuto con azioni educative-informative non perché fa ingrassare, ma perché è causa di dipendenza come il fumo di sigaretta e le droghe”.

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