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1.250 euro per il Brunello, 950 euro per il Barolo, 800 euro per l’Amarone: ecco il podio delle denominazioni con il prezzo medio più alto sul mercato ad ettolitro. Nel borsino WineNews bene anche Bolgheri ed i bianchi altoatesini

Questione di annata, e quindi di qualità, ma anche di quantità, senza dimenticare le difficoltà oggettive di una rilevazione assoluta ed oggettiva: sono in tanti a dare le quotazioni delle grandi Doc del vino, infatti, sono sia le Camere di Commercio che i Consorzi, ma anche l’Ismea e, soprattutto, il mercato, “fonte” imprescindibile per il borsino sul valore dei vini a denominazione di WineNews. Così, le ultime rilevazioni Ismea, aggiornate a fine luglio, davano la triade Brunello - Barolo - Amarone come i vini con il prezzo ad ettolitro più alto, con quotazioni, rispettivamente di 885 euro, di 820 euro e di 800 euro ad ettolitro (secondo Consorzio della Valpolicella). Se prendiamo, invece, i numeri offerti “sul campo”, cioè quelli dei mediatori e/o delle grandi cantine industriali, questi numeri passano a 1.250 euro ad ettolitro per il Brunello, a 950 per il Barolo ed a 800 per l’Amarone della Valpolicella. Ed ancora, secondo i dati Ismea, il Barbaresco, fuori dal podio dei rossi più preziosi, è dato a 480 euro ad ettolitro, mentre le quotazioni dei mercati lo danno in una forbice tra i 500 e i 550 euro. Secondo i dati del Consorzio del Nobile di Montepulciano, il vino poliziano sta tra i 360 e i 380 euro, mentre tra i mediatori assume una posizione più rilevante il rosso prodotto a Bolgheri, che è quotato tra i 450 ed i 500 euro, con il Chianti Classico che, invece, si attesta su valutazioni che vanno dai 200 ai 230 euro. Un discorso a parte merita il Rosso di Montalcino: un vino che non compare mai nelle rilevazioni ufficiali, ma che viene trattato dagli operatori a cifre che stanno tra i 300 ed i 400 euro ad ettolitro; valori che lo collocano a ridosso di rossi preziosi come quelli prodotti a Bolgheri o a Barbaresco.

Sul fronte dei bianchi (ancora rilevazioni Ismea, ma di inizio anno) mostrano i pregiati vini altoatesini, invece, dal Traminer aromatico a 444 euro ad ettolitro, al Pinot Grigio a 270 euro, dal Pinot Bianco a 268 euro allo Chardonnay a 262 euro fino al Pinot Bianco a 257, alle prime cinque posizioni della top 10 dei bianchi. In questo caso, le discrepanze di prezzo, rispetto a quelli indicati dagli operatori, sono minori: per un ettolitro di Traminer si parte da 400 per arrivare a 500 euro, come per il Sauvignon, e per un ettolitro di Chardonnay, di Pinot Bianco o di Pinot Grigio non si scende al di sotto dei 300-350 euro. Sembrerebbero, invece, più in linea le quotazioni delle bollicine del momento e cioè del Prosecco: secondo le ultime rilevazioni Ismea, il Prosecco di Conegliano e di Valdobbiadene Docg sta a 270 euro ad ettolitro, come risulta anche agli operatori di settori, e il Prosecco Doc sui 225 euro ad ettolitro, rilevazione abbastanza vicina al range di 230-240 euro ad ettolitro rilevata dagli operatori.

Un quadro complicato quindi, quello delle quotazioni, dove muoversi ricercando il sostegno di numeri certi è molto difficile, se non impossibile. Quanto a chi diffonde i numeri, la scelta è decisamente molteplice e dal diverso impatto. Ci sono i dati ufficiali, quelli che provengono dalle Camere di Commercio, e poi ci sono i dati degli istituti di grande credito che, specie negli ultimi anni, stanno facendo un buon lavoro. Ma anche in questo caso, i numeri sono frutto di medie, sono rilevati grazie a fonti non omogenee e, in questo senso, rappresentano solo uno scenario molto preciso, ma ancora non del tutto reale. A questi si sommano, evidentemente, i dati forniti dai Consorzi, che, notoriamente, dovrebbero essere quelli più di prima mano, ma che in molti casi sono frutto, anch’essi, di proiezioni statistiche e medie non sempre in tempo reale.

Non secondario il “peso” delle quotazioni che può fornire il mondo cooperativo enoico del Bel Paese che, come sappiamo, costituisce uno dei polmoni di raccolta del vino sfuso più importanti, ma, in questo caso, i prezzi saranno sempre approssimati per difetto. Poi ci sono le grandi cantine private, e qui le cifre assumono molto spesso una definizione tendenzialmente realistica. A questi vanno aggiunti i dati forniti dai vari mediatori, cioè quei professionisti che si occupano proprio del commercio dei vini sfusi: in questo caso, le quotazioni dei prezzi dei vini forniscono dati veramente di prima mano su transazioni reali, troppo spesso però legati a particolari criteri di valutazione come la qualità delle partite, l’annata e/o il fabbisogno immediato magari dettato da improvvisi aumenti di richiesta di un determinato vino su certi mercati esteri.

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