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Mentre si vendemmia a Gorgona, anche “a Pianosa vogliamo destinare 30 ettari alle viti. Il Ministero della Giustizia ha all’esame un progetto per l’economia agricola delle carceri”: così il provveditore penitenziario della Toscana, Giuseppe Martone

Italia
Il vigneto di Gorgona, nelle isole di Toscana, gestito da Frescobaldi

La volontà di creare un vigneto da coltivare insieme ai detenuti sull’isola di Pianosa “c’è, e c’è un’impasse che credo sia però solo momentanea. Stiamo lavorando alla mappatura dei terreni per vedere quali sono di competenza del Ministero della Giustizia, quali del Demanio e quali dell’Ente Parco dell’Arcipelago toscano. In accordo con il Comune di Campo nell’Elba, vogliamo chiedere la concessione di 30 ettari da destinare alle viti”. Lo ha detto il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana Giuseppe Martone, ieri a Firenze in un incontro all’Accademia dei Georgofili con il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e Lamberto Frescobaldi, alla guida di Marchesi de’ Frescobaldi, che, sull’altra isola-carcere toscana, Gorgona, ha da tempo intrapreso un progetto con la Direzione della colonia penale, per permettere ai detenuti di fare un’esperienza concreta e attiva nel campo della viticoltura. A Pianosa, il progetto Gorgona potrebbe essere replicato, ha spiegato Martone, “tanto è vero che il Ministero della Giutizia sta lanciando un progetto che riguarda l’economia agricola nelle isole carceri, che in Toscana riguarda appunto Gorgona e Pianosa. Questo progetto dovrebbe portare ad aumentare il numero di detenuti che scontano la loro pena all’aperto”.
Per Pianosa, ha detto il provveditore Martone, “lo studio di fattibilità è già stato fatto”, e successivamente sarà svolto un bando per la gestione dei terreni da piantare a viti. Attualmente, ha ricordato, “è già in produzione un orto e l’idea è quella di applicare un welfare state diverso dall’accezione classica, per andare oltre a un’idea di mero assitenzialismo nei confronti delle categorie protette” e aprire anche al contributo dei privati che abbiano le competenze “utili a rendere produttivo un qualcosa, sia esso un vitogno o un orto. È allo studio anche una decretazione legge che permetta di vendere a un prezzo di mercato competitivo questo tipo di produzioni e poi reinvestire in attività proprie. L’importante è che queste attività siano produttive - ha concluso - e che abbiano un ritorno anche per soddisfazione di chi ci lavora e che possa avere un ritorno economico”.
Sull’isola-carcere di Gorgona, i detenuti, con la collaborazione e la supervisione degli agronomi e degli enologi di Frescobaldi, coltivano due ettari di vigneto, e si è giunti proprio in questi giorni alla quinta vendemmia. Tra le splendide vigne dell’isola e nella cantina del carcere viene prodotto un vino in edizione limitata, “Frescobaldi per Gorgona”, bianco a base di Vermentino e Ansonica (4.000 bottiglie della vendemmia 2015). I detenuti che lavorano in vigna sono regolarmente assunti e stipendiati da Frescobaldi, che annualmente investe nel progetto 100.000 euro. A settembre 2015 il progetto si è ampliato anche al Carcere di Sollicciano a Firenze, dove l’azienda toscana ha messo a disposizione i propri agronomi per la realizzazione dell’“Olio degli Incontri”, prodotto dagli oliveti interni al comprensorio dell’Istituto di pena e franto al Castello di Nipozzano.

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