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Entro fine anno la Cina sarà terzo buyer mondiale di vino, salendo nella chart dei mercati sull’onda di una crescita delle importazioni del 42% nei primi 4 mesi 2016 (Usa a +4,5%). Da oggi c’è “Vinitaly International al Shanghai Wine & Dine Festival”

Quarto buyer mondiale di vino, nei primi 4 mesi 2016, la Cina ha segnato una crescita delle importazioni del 42% contro il +4,5% degli Usa, che la proietta verso la terza posizione entro fine anno. L’Italia è partita tardi rispetto alla Francia, Paese top exporter con il 43% di quote di mercato, e oggi sta pagando anche gli accordi di sistema tra Canberra e Pechino che hanno favorito l’exploit nel 2015 (+111%) del prodotto australiano, secondo Paese fornitore, davanti a Cile, Spagna. Ma è un mercato ricco di opportunità, in cui l’Italia, con una quota di mercato del 5% e il quinto posto tra i Paesi importatori, non ha ancora saputo cogliere pienamente facendo sistema. Buoni però i segnali di mercato, con l’ottima performance dei primi mesi di quest’anno, che ha visto crescere del 30% le importazioni di vino italiano nel grande Paese asiatico. Dove, da oggi, ancora una volta è volata Vinitaly International per promuovere il wine & food made in Italy con “Vinitaly International al Shanghai Wine & Dine Festival”, nell’Italian National Pavilion (Shanghai, fino al 25 settembre; www.vinitalyinternational.com), un evento “completamente B2C, visitato da 70.000 visitatori, con capacità di spesa medio-alta e d’una età compresa tra i 25 e i 45 anni - spiega Giovanni Mantovani, dg Veronafiere - questo lo rende particolarmente interessante per sviluppare quella cultura del prodotto di qualità a cui si ispira Vinitaly nelle sue attività di promozione all’estero. In collaborazione con il Consolato, abbiamo incontrato anche la comunità economica di Shanghai, con l’obiettivo di radicare le relazioni anche attraverso il nostro ufficio di rappresentanza permanente, attivo già da qualche anno in questa importante città della Cina”.

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