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Il “Vigneto Italia”, in vista della vendemmia 2016, è in salute: qualche problema sanitario c’è stato, ma è stato ben gestito, e tutto scorre in maniera piuttosto regolare. Così alcuni dei winemaker top del Belpaese, sondati da WineNews

Italia
Verso la vendemmia 2016, il vigneto Italia è in salute senza particolare problemi. Così dicono top winemaker, a WineNews

Ad eccezione di qualche grappolo già tagliato per varietà precoci e basi spumante, dalla Sicilia alla Franciacorta, la vendemmia 2016 è ancora in fase di avvicinamento, ed è, evidentemente, prematura qualsiasi previsione su quantità e, soprattutto, qualità. Ma, qualcosa della campagna vendemmiale prossima lo possiamo capire, se pure embrionalmente, dallo stato di salute del “Vigneto Italia”. Dove, da Nord a Sud, i problemi sanitari, che pure ci sono stati, sono stati affrontati bene, lo stato generale dei vigneti non presenta, attualmente, problemi significativi, e tutto sembra scorrere in maniera piuttosto regolare.
È il sentiment pressoché unanime di alcuni dei top winemaker del Belpaese, sentiti da WineNews sia di lungo corso che più giovani (dal presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella a Carlo Ferrini, da Donato Lanati a Lorenzo Landi, da Attilio Pagli a Leonardo Valenti, da Roberto Cipresso ad Emiliano Falsini, da Valentino Ciarla a Vincenzo Mercurio, a Nicola Biasi, coordinatore del “Wine Research Team), che hanno consulenze in ogni angolo vinicolo d’Italia, capaci di fornire un quadro di insieme verosimile sulla situazione complessiva dei vigneti.

La primavera, il periodo in cui la vite torna a “vivere” dopo la pausa invernale, è stata caratterizzata da precipitazioni copiose in buona parte del Paese, comprese forti grandinate in zone circoscritte. Questo ha causato qualche problema di aborto floreale che, tuttavia, non ha inciso molto sul potenziale produttivo. Le piogge hanno anche favorito la malattia fungina per eccellenza della vite: la peronospora. Quest’ultima ha colpito in modo significativo sia al Nord ( soprattutto in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia) che al Sud (Puglia e Basilicata in particolare), causando altri cali quantitativi. Tuttavia, in generale, nei vigneti italiani, ad oggi, non si dovrebbero registrare cali produttivi significativi sul 2015.
È una vendemmia che, spiegano gli enologi, ha necessitato di tempestività negli interventi sul vigneto, e anche quelli gestiti a biologico non hanno subito danni importanti, mentre, probabilmente, qualche problema in più si è verificato in quelli coltivati a biodinamico. L’equilibrio idrico complessivo è sostanzialmente confortante e le pareti fogliari non sono andate mai in stress, garantendo una fotosintesi continua. Tuttavia, ci sono anche quest’anno, se pur limitate, delle zone siccitose un po’ lungo tutto lo Stivale, come, peraltro, zone in cui l’abbondanza di acqua ha creato qualche problema di ristagno o di vigoria eccessiva delle piante. Ma su quest’ultimo fronte, l’attesa vigoria, derivante dalle piogge primaverili, è stata compensata dal fabbisogno idrico delle viti che, dopo una stagione calda come il 2015 e un inverno poco piovoso, hanno dovuto ricostruire le loro riserve.
I più ottimisti tra i winemaker hanno segnalato più di qualche analogia con l’andamento stagionale della vendemmia 2010, ma è difficile ancora dare un’identità certa alla raccolta 2016, se non quella, per adesso, di una vendemmia regolare. Questo anche valutando il tendenziale ritardo, tra i 4-7 giorni sul 2015, dei tempi di raccolta, ricordando, anche in questo caso, che ci sono pure delle zone, per quanto limitate, dove i tempi della raccolta coincideranno grosso modo con quelli dell’ultima vendemmia, o saranno leggermente in anticipo.
Su un aspetto, però, ormai tutti sono concordi: che questa vendemmia, come tutte, dipende sostanzialmente da due fattori. Uno indipendente dalla capacità dell’uomo, per nulla o poco governabile, come il clima, e l’altro, che consiste nell’abilità umana e nella preparazione nel contrastare le avversità climatiche, per evitare, soprattutto che i vigneti si ammalino. E dove niente, ormai, può essere lasciato al caso.

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