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Avito, l’associazione dei Consorzi dei vini di Toscana, dichiara guerra agli ungulati e chiede alla Regione di applicare concretamente la legge varata per l’abbattimento di migliaia di capi: “creano danni per milioni di euro e ci rubano lo stipendio”

“Vogliamo poter svolgere il nostro lavoro, raccogliere le nostre uve e produrre vino. La Regione Toscana applichi concretamente la legge regionale per il contenimento degli ungulati”, che causano danni per milioni di euro alla viticoltura e all’agricoltura toscana, e si realizzino velocemente tutte le misure per l’abbattimento di cinghiali, caprioli e daini. È il grido di allarme di Avito, l’associazione che riunisce i Consorzi vinicoli della Toscana, lanciata oggi a Firenze, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi. L’appello giunge a pochi mesi dall’approvazione di una legge regionale obiettivo contro l’emergenza ungulati in Toscana (che sono quattro volte superiori alla media nazionale e causa di ingenti danni all’agricoltura), ma che ancora presenta difficoltà a essere pienamente attuata e partire nei vari territori.

Per Avito la suddivisione tra aree vocate e aree non vocate va rapidamente definita, “così come vanno decisi i rispettivi campi di azione di tutti i soggetti coinvolti. Vanno poi semplificati i passaggi burocratici per rendere efficaci le misure previste dalla legge, oggi troppo lunghe e farraginose”. Da Avito un invito poi “a tutti i soggetti coinvolti, associazioni venatorie, associazioni ambientaliste ed associazioni professionali agricole, a ricomporre un fronte unico per tutelare e valorizzare un segmento fondamentale del nostro patrimonio produttivo ed ambientale, stimolando le loro intelligenze e creatività per formulare, per il medio e lungo periodo, proposte compatibili con un sano equilibrio ambientale. La Toscana tutta, non solo la filiera vitivinicola, ha bisogno di un sostegno forte, univoco ed unitario per mantenere il proprio appeal e non veder svilito il suo patrimonio produttivo ed ambientale in nome di piccoli interessi di parte che, seppur legittimi, devono invece trovare una sintesi per il bene comune della nostra società”.

“Lanciamo un grido di sofferenza per la situazione degli ungulati che sta danneggiando le produzioni vitivinicole - ha detto il presidente del Consorzio del Chianti Giovanni Busi in rappresentanza di Avito - noi vogliamo solo poter fare il nostro mestiere, non vogliamo i danni dalle assicurazioni o indennizzi, vogliamo solo produrre i nostri vini, lavorare i vigneti e raccogliere le uve senza trovarle mangiate”. Cinghiali, daini e caprioli, ha aggiunto, “ci portano via il nostro lavoro e il nostro stipendio. I danni creati ci portano via il 5-7% della produzione e in alcune realtà anche di più. È quindi urgente trovare una soluzione, c’è una legge e chiediamo che sia applicata nel miglior modo possibile”. Per Sebastiano Capponi, vicepresidente del Consorzio del Chianti Classico, “le aziende sono molto preoccupate per la prossima vendemmia. Senza uva non si può produrre e pagare gli stipendi. Questo comporterà la perdita di posti di lavoro. Non dobbiamo essere obbligati a recintare le nostre aziende. Chiediamo che questa legge venga messa in pratica e che si abbatta gli ungulati secondo quanto previsto”.

L’assessore Remaschi ha rassicurato che “la legge è stata voluta per tutelare l’agroalimentare toscano e sono convinto che darà buoni risultati già quest’anno. Nelle Province dove la legge è partita, sta già producendo effetti positivi. In Provincia di Firenze, ad esempio, con la caccia in selezione sono stati già abbattuti 5-600 cinghiali. Ancora più avanti è quella a caprioli e daini. Anche a Lucca siamo partiti con i primi 50-60 capi abbattuti in selezione, e a Pisa siamo oltre 300. Ci sono poi buoni risultati anche a Siena. Problematiche, ma che sono fase di risoluzione, ci sono invece nel territorio di Livorno e in quello di Arezzo. Anche a Grosseto siamo indietro”. A rallentare l’applicazione della legge, ha ricordato l’assessore, “ci sono state due sentenze: una della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge di riforma sugli Atc creando un’impasse per superare il quale abbiamo dovuto fare una nuova legge. L’altra sentenza è invece del Tar sulla composizione di alcuni Atc”.

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