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Il mercato tedesco è fermo, e per l’Italia, primo esportatore di vino in Germania, non è una buona notizia. Però, come racconta l’ultimo report di Wine Intelligence, i wine lover teutonici sono sempre più appassionati a Bacco e cercano la qualità

Italia

Il mercato tedesco è fermo, e questa non è una buona notizia, specie per l’Italia, che ha nella Germania il suo secondo Paese di riferimento, dopo gli Usa, con un valore complessivo dell’export enoico che ha chiuso il 2015 a quota 888 milioni di euro, pari al 35,9% di tutte le importazioni tedesche, ma in calo del 2,4% sul 2014. Da qualsiasi punto di vista lo si analizzi, in effetti, il 2015 non è andato bene, se non per un leggero aumento quantitativo delle bollicine, segno che la Germania, com’era prevedibile, sta segnando il passo. Eppure, qualcosa di buono, anche in questo, c’è: se i consumi non crescono più, è perché si tratta di un mercato maturo e, se allargare la platea dei wine lover diventa missione quasi impossibile, su quanti già sanno apprezzare il vino si può invece lavorare. Del resto, come rivela il report di Wine Intelligence “Germany Landscapes 2016” (www.wineintelligence.com), la percentuale dei bevitori regolari che ammettono di provare un altro livello di coinvolgimento con Bacco è del 35%, contro il 30% del 2015, con il vino diventato fondamentale nello stile di vita del 39% dei bevitori di Germania, contro appena il 33% dell’anno precedente.

Inoltre, se prezzo e valore rimangono fattori fondamentali al momento dell’acquisto, c’è sempre maggiore attenzione per il concetto di qualità, con il 54% dei wine lover che dicono di cercare sempre il vino della miglior qualità possibile in base al proprio bilancio: erano il 45% nel 2015. Così, diventa sempre più importante la Regione di provenienza, che supera per importanza varietà, Paese d’origine e marchio, anche se familiare. I Paesi del Vecchi Mondo (Italia, Francia, Spagna, ndr) continuano a dominare il mercato enoico tedesco, mentre la Regione più popolare del Paese è ancora la Rheinhessen, la più grande, indicata dal 23% dei bevitori, la percentuale più alta di sempre.

“Anche se il mercato dei consumi enoici tedesco non si sta muovendo alla velocità di altri Paesi - commenta Richard Halstead, ceo Wine Intelligence - i sottili cambiamenti in atto non sono certo meno interessanti. L’interesse per il vino continua a crescere, così come la curiosità per i vini nazionali, che è un buon segnale per il mercato domestico, mentre i Paesi esportatori hanno nelle bollicine l’ancora di salvezza: Champagne, Cava e Prosecco, mostrano tutti forti segnali di crescita”.

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