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Nel primo semestre 2016 il valore del vino italiano spedito all’estero supera i 2,5 miliardi di euro, grazie soprattutto al traino delle bollicine e del Prosecco in particolare. Male il consumo interno. Così l’Ovse by Giampietro Comolli

Nel primo semestre 2016 il valore del vino italiano spedito all’estero supera i 2,5 miliardi di euro, grazie soprattutto al traino delle bollicine e del Prosecco in particolare. A dirlo, riporta l’Ansa, è l’Ovse-Osservatorio economico dei vini effervescenti, guidato da Giampietro Comolli. In calo, invece i vini fermi sia in valore (-2,1%) che in volume (-1%), sul 2015. “La causa non è solo dovuta alla normale lentezza degli ordini in attesa dei listini - dice Comolli - ma ad una politica involutiva pericolosa. C’è bisogno di capire i diversi mercati e Paesi, dare al vino una nuova veste, fare azioni di lungo periodo, impostare una strategia macroeconomica e di promozione concentrata e mirata. Occorre - prosegue Comolli - ritornare con altri sistemi alle politiche pubblico-privati della fine anni ’80 e tutto anni ’90”.

Male il mercato interno: secondo l’Ovse: “il 2016 può portare ad una soglia sotto i 30 litri procapite di consumo annuo - osserva Comolli - che si traduce in un calice di vino ogni 20 giorni a testa nell’arco dell’anno. Urge ancor più una politica di conoscenza e di cultura su come, dove, quando e perchè consumare il vino, concordata e integrata al modo di vivere, al benessere e buon gusto, senza puntare solo sul prezzo e promozioni”.

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