02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Ancora compravendite in terra di Langhe: la Poderi Luigi Einaudi, fondata nel 1897 a Dogliani da Luigi Einaudi, ha acquisito 9 ettari, di cui 4 coltivati a Barolo nella sottozona Dardi di Bussia, uno dei Cru più storici e prestigiosi delle Langhe

La calda estate delle compravendite in terra di Langhe non conosce pause: dopo la cessione della storica Vietti alla famiglia americana Krause, già proprietaria della Krause Holdings (e della Enrico Serafino comprata dal gruppo Campari), la Poderi Luigi Einaudi, azienda vitivinicola fondata nel 1897 a Dogliani dal primo presidente della Repubblica eletto democraticamente, ha “acquisito 9 ettari, di cui 4 coltivati a Barolo nella sottozona Dardi di Bussia, uno dei Cru più storici e prestigiosi delle Langhe. Un’area che si aggiunge ai 150 ettari, di cui 54 vitati, già di proprietà e da cui provengono vini pregiati come Barolo Cannubi, Barolo Costa Grimaldi, Dogliani (Dolcetto) e altri classici di Langa”, si legge i una nota dell’azienda (www.poderieinaudi.com). Le cifre dell’affare non sono state rese note, ma per i cru più prestigiosi del Barolo le stime di mercato parlano si oltre 1 milioni di euro ad ettaro.
Tanto che la stessa cantina parla di “importante investimento” con il quale “l’azienda, sotto la guida di Matteo Sardagna Einaudi, quarta generazione della famiglia Einaudi, potrà arricchire la sua offerta enoica - che attualmente conta 320.000 bottiglie per 13 etichette fra Docg e Doc - con altre 25.000 bottiglie prodotte con uve provenienti da uno dei Cru più interessanti nel Comune di Monforte D’Alba, noto per vini di grande struttura e carattere. Il Bussia è una delle sottozone in cui sono presenti i più rinomati produttori di Barolo”.
“Poderi Luigi Einaudi, storico produttore di Dolcetto e Barolo - spiega ancora la Cantina - sta vivendo una fase di forte impulso e dinamismo, tesa ad aumentare il patrimonio vitivinicolo, in particolare nella zona del Barolo, dove già possiede una decina di ettari divisi tra la sottozona di Terlo e quella più storica di Cannubi (quest’ultima acquisita dai Gancia nel 1998).
“Questa acquisizione ci rende molto orgogliosi di poter lavorare ad un altro grande vigneto, a mio parere l’unico modo per fare grandi vini - dichiara Matteo Sardagna Einaudi - all’estero, nei mercati più attenti e sensibili, si sta sempre più differenziando il carattere dei vini Barolo in base alla sottozona, tanto che ormai ci sono ristoranti prestigiosi in cui le carte dei vini sono divise per comune di produzione”.
Un investimento che evidenzia, inoltre, il profondo attaccamento ai valori della cultura contadina - intesa come rispetto e legame alla propria terra nonché volontà di fare vino di qualità - che da sempre ha guidato il fondatore Luigi Einaudi e i suoi discendenti nella gestione della tenuta.
“Il Barolo è un grandissimo vino - continua Matteo Sardagna Einaudi - ma perché sia veramente straordinario ha bisogno del grande vigneto. Questo investimento è teso a confermare e ampliare la grande qualità dei nostri vini e l’orgoglio di vederli sempre più affermati. La terra è un legame molto forte, è la famiglia, la comunità, il vincolo e l’attaccamento. Il vino è il risultato di tutto questo”.
Una crescita aziendale in termini quantitativi e qualitativi che non può prescindere da alcune novità gestionali. Oggi Matteo Sardagna Einaudi è circondato da uno staff tecnico di 10 persone e conta su un’organizzazione commerciale in grado di presidiare i mercati principali, come Stati Uniti, Canada, Europa e Cina, in modo più qualificato e coerente all’immagine aziendale.
Una storia antica e affascinante, quella dei Poderi Einaudi, iniziata con l’acquisto di cascina S.Giacomo, nel 1897, da parte di un Luigi Einaudi che all’epoca aveva appena 23 anni. Nella sua lungimirante visione, Einaudi - economista, accademico, giornalista ed autore di numerose pubblicazioni, Senatore del Regno nel 1919, Governatore della Banca d’Italia dal 1945 al 1948, membro della Consulta e poi dell’Assemblea Costituente nel 1946, Ministro delle Finanze e del Tesoro del quarto governo De Gasperi - c’erano i luoghi dell’anima della vera tradizione vitivinicola piemontese contadina, e la valorizzazione del territorio di Dogliani, in grado di esprimersi con vini di elevata qualità, prodotti nelle migliori posizioni, e al tempo stesso accessibili a un consumo anche quotidiano. Raccogliendo l’eredità morale del Professore, come veniva rispettosamente chiamato dai suoi concittadini, amante della terra “resa feconda dal sudore degli uomini che la lavorano”, nel corso della propria storia i Poderi Luigi Einaudi sono cresciuti acquisendo numerosi vigneti sempre scelti rispettando la regola che un grande vino può solo provenire da una grande vigna e da un grande terroir, dal cru San Luigi a Dogliani al cru Cannubi a Barolo. E oggi un nuovo tassello si aggiunge a questo percorso.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli