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Se i capitali stranieri investono in vigna, uno dei più grandi imprenditori del Belpaese, Sandro Veronesi, fondatore del Gruppo Calzedonia, preferisce le enoteche: “Signorvino” arriva a 15 store in Italia e punta ad aprire in Germania e Inghilterra

Italia
Se i capitali stranieri investono in vigna, uno dei più grandi imprenditori del Belpaese, Sandro Veronesi, mister Calzedonia, preferisce le enoteche

I grandi capitali sono sempre più attratti dal mondo del vino, capace, nei suoi territori top, di attrarre investimenti da ogni angolo del mondo, dagli Usa alla Russia passando per la Cina, anche per pochi ettari vitati. Gli imprenditori italiani, invece, hanno un approccio più razionale, preferiscono investire in Regioni emergenti, o su tutt’altro, come Sandro Veronesi, fondatore del Gruppo Calzedonia che, nel 2012, ha dato vita a “Signorvino”, “con l’idea di creare un marchio in grado di rappresentare una catena di negozi moderni - come racconta a WineNews il managing director del progetto, Michele Rimpici - specializzati nel vino italiano, in cui Bacco fosse protagonista, ma anche un modo nuovo di vendere il vino in Italia e all’estero. Il primo flagship store nasce a Milano, in Piazza Duomo, su due livelli, dove avevamo unito alla vendita di vino anche la ristorazione, in maniera molto semplice, stile enoteca con cucina. Per un paio d’anni - continua Rimpici - ci siamo limitati a studiare il format nella sua declinazione milanese, quindi, nel 2014, abbiamo cominciato lo sviluppo che, oggi, ci ha portato a quota 14 punti vendita, che diventeranno 15 a settembre, con l’apertura dello store di Bologna, in Piazza Maggiore. Stiamo cercando anche a Roma dove, prossimamente, speriamo di aprire (sempre in zone centrali, e su metrature importanti, ndr). E poi dovremo pensare ad un’ulteriore sviluppo in Italia, magari con la formula del franchising (oggi i negozi fanno capo tutti direttamente al Gruppo Calzedonia, ndr), e all’estero, partendo dai Paesi logisticamente più vicini, come Austria, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Inghilterra, comunque non per quest’anno”.

Un progetto che, pian piano, sta assumendo sempre più centralità nella galassia Calzedonia, visto che, “dopo aver chiuso il 2015 superando i 16 milioni di euro di fatturati, per il 2016 prevediamo di chiudere sopra i 25 milioni di euro, con 15 negozi, per un business diviso esattamente a metà tra vino (con il 30% dal vino da asporto ed il 20% dal vino al bicchiere) e ristorazione, sulla quale puntiamo con una proposta legata ai prodotti tipici ed alla stagionalità”.
L’obiettivo principale, però, è “la vendita diretta, con un assortimento di 1.500 etichette diverse, tutte italiane, che vendiamo ad una media di 18 euro a bottiglia, senza distinzione di prezzo tra asporto e consumo al tavolo.
Sono 800 le referenze presenti in tutti i negozi - continua il managing director di “Signorvino” - cui vengono affiancate una selezione del territorio, le vendite flash dedicate alle piccole aziende e la selezione di vini pregiati, comprese verticali di grandi aziende, anche in questo caso legati al territorio”.
Originale, oltre alla proposte, “la figura del “wine specialist”, un sommelier formato da noi sullo stile di Calzedonia - conclude Rimpici - a cui vengono insegnati i principi di marketing da mettere in campo con la clientela”.

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