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La cessione di Vietti, griffe del Barolo, ha scosso il mondo del vino, ma Oscar Farinetti, che in Langa è proprietario di Fontanafredda e Borgogno, accoglie positivamente “i capitali che si muovono verso l’eccellenza, lo facciamo anche noi ...”

Italia
Oscar Farinetti, alla guida, in Langa, di Fontanafredda e Borgogno

La cessione di una delle griffe del Barolo, Vietti, ha fatto molto rumore, c’è chi l’ha vista come un fatto positivo che testimonia l’appeal dei grandi territori italiani, chi come un fatto negativo per il mondo del Barolo. Tra i primi c’è, senza dubbio, Oscar Farinetti, l’imprenditore di Alba che nel mondo del vino è arrivato relativamente di recente, ed oggi è alla guida, proprio a Barolo, di due realtà importanti, come Fontanafredda e Borgogno. “Intanto, valuto benissimo i vini di Vietti - racconta a WineNews dalla cornice di Collisioni, il festival agrirock di scena a Barolo fino a domani - così come il loro lavoro a livello imprenditoriale, da cui c’è solo da imparare, specie su come si vende il vino in America, poi, per il resto, sono cavoli loro. Credo che il signore che ha comprato continuerà a fare un grande Barolo, non per niente ha voluto ancora loro alla guida. Sono scelte di vita, in genere chi le critica è spesso mosso da invidia oppure da antichi risentimenti. Giudico bene il fatto che questa zona sia arricchita da un americano bravo, che in fin dei conti ha comprato Vietti, che è grande ed importante, ma non hanno comprato tutta la Langa. Speriamo - continua Farinetti - di andare anche noi, nel tempo, di andare a comprare qualcosa di buono in America, c’è chi l’ha già fatto”.

Gli investimenti stranieri, che nel mondo del vino non sono certo una novità, e nel macrocosmo dell’industria alimentare, allargando il concetto, sono addirittura la regola, possono rivelarsi una risorsa importante, anche perché, come sottolinea Farinetti, “è sempre bene che si muovano capitali nel mondo verso l’eccellenza, è un bene, ad esempio, che Luxottica abbia comprato Ray Ban, o che Paderno abbia acquisito la Rosenthal, giusto per citare italiani che comprano grandi aziende all’estero. È un bene che ci siano acquisizioni e vendite, io mi sento un cittadino del mondo e non ci vedo nulla di strano o di negativo, ma le aziende di vino me le tengo strette, sono l’ultima cosa al mondo che venderei, ma siamo nell’ambito delle scelte personali, ciò che è certo è che il Barolo di Vietti continuerà ad essere un grande vino, perché nasce da terreni strepitosi, non preoccupiamoci”.

Del resto, se Barolo, dove i prezzi dei vigneti hanno raggiunto prezzi astronomici, superiori al milione di euro per ettaro nei cru più prestigiosi, ben prima che arrivassero gli investimenti stranieri, è perché l’economia del distretto vinicolo è forte ed in salute, “fin troppo - racconta ancora Oscar Farinetti - rischiamo di trovarci con la pancia troppo piena e di abbassare la guardia impegnandoci meno. Del resto, è un vino straordinario, tra i più buoni del mondo, non dobbiamo produrne più delle 13 milioni di bottiglie l’anno che produciamo attualmente. Il prodotto è sempre più buono, e la qualità si raggiunge dappertutto, sia nelle piccole aziende che in quelle medio grandi, è venduto bene, direi proprio che stiamo parlando di un prodotto in forma”. Che ha alle spalle famiglie che lo hanno reso grande nel corso del decenni, e di fronte un futuro abbastanza luminoso da attirare, volenti o nolenti, le attenzioni dei capitali stranieri ...

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