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L’altro mondo del vino: lontano dal Vecchio Continente, l’export del Cile continua a crescere, specie in Cina, così come quello degli Usa, mentre l’Argentina frena ed in Sudafrica i prezzi medi mettono a segno un esorbitante +22,2%

Se il cuore pulsante della produzione e del commercio enoico è ancora nel Vecchio Continente, nel resto del mondo i Paesi del Nuovo Mondo del vino non stanno certo a guardare. I vini del Cile, ad esempio, continuano ad andare forte sul mercato più ambito, quello cinese, con un +43,6% nei volumi nel primo trimestre 2016 ed un +21% in valore, che fanno della Cina il secondo sbocco per il vino cileno, il cui export complessivo, nel periodo, è cresciuto del 13% in volume, dopo gli Usa. Bene anche le spedizioni in Olanda, mentre c’è da registrare una forte caduta sul mercato giapponese, oltre al -1,5% in valore, frutto di una forte crescita dello sfuso, a scapito dell’imbottigliato, come svelano i dati dell’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino (www.oemv.es).

Bene anche gli Usa, in una veste, quella di Paese esportatore, decisamente marginale, ma da non sottovalutare: nel primo trimestre 2016, le esportazioni sono cresciute del 3,6% in volume e del 4,3% in valore, raggiungendo i 96 milioni di litri ed i 340 milioni di dollari (+14 milioni di dollari sullo stesso periodo del 2015). Con l’imbottigliato che rappresenta il 52% dei volumi e l’81% del fatturato totale, pur crescendo meno degli spumanti, grazie al boom dei mercati di Germania e Regno Unito, nonostante il calo di Canada, Italia e Giappone.

L’altra faccia della medaglia arriva dall’Argentina che, nello stesso periodo, ha ridotto le spedizioni del 15,1 % in volume (60,4 milioni di litri, 10,8 milioni di ettolitri in meno del primo trimestre 2015) e del 7,1% in valore (178,6 milioni di dollari), principalmente a causa del crollo delle spedizioni di sfuso sul mercato Usa. La buona notizia è la crescita del prezzo medo, del 9,4%, fino a raggiungere i 3 dollari al litro, con l’export dell’imbottigliato che tiene e rappresenta il 72% dei volumi e l’89% dei valori.

Rimanendo nell’Emisfero Sud, aumenta il fatturato dell’export enoico del Sudafrica (+12,6%) dove, ad un calo del 7,8% dei volumi, fa da contraltare una crescita esorbitante del prezzo medio (+22,2%). In calo, a livello di volumi, tutte le tipologie, ma sono gli sparkling a chiudere il primo trimestre 2016 nel modo peggiore, a -77,7%. I mercati principali di sbocco sono Regno Unito e Germania, ma fanno bene anche Stati Uniti e Canada, mentre arretra la Svezia.

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