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Dopo la Spagna, domani, nei quarti di finale dell’Europeo, affronteremo la Germania. E se la giocassimo a tavola? Non ci sarebbe partita: da una parte Grana Padano e Prosciutto di Parma, dall’altra Allgäuer Sennalpkäse e Halberstädter Würstchen

Surclassata la Spagna senza troppi affanni, domani, nei quarti di finale dell’Europeo di Francia, ci troveremo di fronte la Germania, avversaria di tante battaglie, tra le più belle ed epiche di sempre, dalla semifinale del Mondiale del 1970, finita 4-3 per l’Italia, e passata alla storia come la “Partita del secolo”, alla semifinale del 2006, quando, ancora una volta, battemmo 2-0 i padroni di casa dopo una battaglia durata 120 minuti, per poi andarci a prendere il mondiale. Ma ogni partita è una storia a sé e, a guardare le formazioni che scenderanno in campo a Bordeaux, c’è da impallidire: tolta la difesa, c’è un abisso tra il tasso tecnico di centrocampo e attacco dei teutonici e quello degli Azzurri.

Se ce l’abbiamo fatta contro i nostri avversari più simili, quegli spagnoli che ci stanno facendo una concorrenza spietata sul mercato enoico internazionale, potremmo spuntarla anche contro chi, dei nostri prodotti, è un vero e proprio appassionato. Ecco, potremmo prenderli per la gola: nessuno, in Europa, vanta il nostro numero di Dop e Igp, 278 nel comparto food (la Germania ne ha 84), che valgono 6,38 miliardi di euro alla produzione e 2,8 miliardi di euro all’export, e 523 nel comparto vino (39 per la Germania), per un valore alla produzione di 7 miliardi di euro e 4,3 miliardi di euro all’export. Proprio grazie alla Germania, primo partner commerciale nel Vecchio Continente per il commercio enoico, con 961 milioni di euro (e 5,9 milioni di ettolitri) importati nel 2015, ma fondamentale anche per Dop e Igp dell’agroalimentare, con una quota del 14% (il doppio degli Usa).

Basterà qualche numero, per impressionare i vari Khedira, Kross, Draxler, Muller, Gomez e Goetze? Probabilmente no, meglio giocarcela a viso aperto ... a tavola. Poco importano gli schemi, quando si può contare con fuoriclasse amati e, soprattutto, maldestramente copiati in ogni angolo del mondo: in porta il Grana Padano Dop, primo per valore alla produzione (1,36 miliardi di euro), in difesa il Parmigiano Reggiano Dop, insieme al Prosciutto di Parma Dop ed all’Aceto balsamico di Modena Igp, a centrocampo, la Mozzarella di Bufala Campana Dop, il Prosciutto di San Daniele Dop, la Mortadella Bologna Igp, il Gorgonzola Dop e la Bresaola della Valtellina Igp, con la Mela Alto Adige Igp a guidare il tandem d’attacco a fianco della Mela Val di Non Dop. Insomma, giusto per rimanere nell’ambito dei formaggi, la Germania potrebbe schierare l’Allgäuer Sennalpkäse, o il Weißlacker, ma anche l’Odenwälder Frühstückskäse, a fianco dell’Allgäuer Emmentaler. Mai sentiti? Neanche noi. Decisamente più famosa la batteria di wurstel e salami, dal Thüringer Rostbratwurst al Thüringer Rotwurst, passando per l’Halberstädter Würstchen. Un paragone davvero impietoso, ma se la partita di domani si giocasse a tavola, la vinceremmo anche bendati.

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