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Per il vino italiano, la porta per la Cina si apre con comunicazione e formazione, per creare terreno fertile alla diversità impareggiabile dell’Italia enoica: ecco la ragion d’essere di “Top Italia”, by Uiv, Federvini ed Ice

Nonostante il fatto che l’economia cinese presenti parecchie peculiarità, non ultima il fatto che la sua repentina crescita ha dato vita ad un ambiente economico volatile, e quindi ad una domanda a tratti altrettanto volatile, tutti gli esperti, stranieri o “autoctoni” che siano, concordano sul fatto che per agganciarsi alla sete di vino del consumatore cinese è essenziale saper informare e comunicare i propri punti di forza, dato che la creazione di un consumatore consapevole è il primo passo per poterlo fare innamorare dei molti assi nella manica del vino italiano. Specie se si considera che l’Italia è il quinto paese importatore al di là della Grande Muraglia, e che il nostro export enoico nel paese è cresciuto del 19,3% dal 2013 al 2015. È con questo spirito che ha preso il via, concludendosi in questi giorni a Shanghai, il primo dei quattro eventi formativi che compongono il progetto “Top Italia”, dedicato proprio alla creazione di educatori e “storyteller” cinesi nel settore vitivinicolo italiano e organizzato, in collaborazione con Unione Italiana Vini e Federvini, dall’Agenzia per la Promozione all’Estero e l’Internazionalizzazione delle Imprese Italiane (Ice).

I corsi del programma hanno visto l’affidamento delle docenze a esperti cinesi di dichiarata fama, come Lau Wai Man Ronny di Hong Kong, Sophie Lui di Shanghai e Jerry Chen Cheng Yi di Guangzhou, che hanno trasmesso a 20 professionisti locali - sommelier, giornalisti e rappresentanti del commercio enoico - le competenze e le conoscenze necessarie per “motivare” al meglio, attraverso la comunicazione scritta o orale, un potenziale acquirente o amatore cinese a scegliere un vino italiano.

Le prime dieci denominazioni presentate nelle tre giornate di studio sono state Asti, Barolo, Langhe, Amarone della Valpolicella, Prosecco, Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Montepulciano d’Abruzzo, Sicilia e Franciacorta;
alla sessione di Shanghai, faranno seguito quelle di Guangzhou (22-24 luglio), di Pechino (26-28 agosto) e Chengdu (14-16 ottobre).

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