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Dopo sei mesi di sperimentazione a Padova #Beremeglio, il progetto congiunto di Fipe e Federvini per stimolare il consumo responsabile di alcolici nei pubblici esercizi, si apre al territorio nazionale. Con il Ministero della Salute

Una “civiltà del bere”, e una cultura del bere, nascono dall’educazione, ma anche e soprattutto da un consumo responsabile, attento ed informato. E dato che la gran parte di questi consumi, ad oggi, si svolgono al bancone di un bar o fra i tavoli di un ristorante, il ruolo degli esercenti in questo senso è primario e insostituibile, così come l’istituzione di una collaborazione fattiva e propositiva tra soggetti pubblici e privati che non privilegi il consumo a danno della salute pubblica, o viceversa.
È questa, in estrema sintesi, la ragion d’essere del progetto #Beremeglio, creato congiuntamente dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) e da Federvini, e che ha vissuto una fase pilota di sei mesi a Padova, coinvolgendo oltre 600 esercenti in più di 20 corsi formativi volti a creare una classe di professionisti capaci di stimolare per primi la moderazione e il consumo consapevole nei confronti dei propri clienti. La platea potenziale di questi “ambasciatori” della cultura del bere è composta da oltre 360.000 operatori in tutta Italia, ed è per questo che Fipe e Federvini presenteranno #Beremeglio al Ministero della Salute, con l’obiettivo di ottenere il patrocinio governativo e poter quindi allargare all’intero territorio nazionale la sua portata. Con l’effetto ultimo di far vestire agli esercenti pubblici i panni di “Master del consumo responsabile e di qualità” nei confronti della propria clientela, aggiornando le proprie competenze professionali e imparando anche a gestire situazioni potenzialmente critiche, legate ad un consumo eccessivo di bevande alcoliche all’interno dei propri locali.
#Beremeglio opera sulla base di pochi, ma importanti, capisaldi: la promozione di uno stile di consumo “mediterraneo”, dove il vino e la bevanda alcolica in generale vengono sempre concepiti in abbinamento con il cibo, in un’ottica di convivialità più che di consumo sregolato. Seguono poi un’approfondita conoscenza delle bevande offerte ai clienti, la consapevolezza degli effetti dell’alcol e dei vari stadi di ebbrezza, la gestione di situazioni “a rischio” come ad esempio nel caso di litigi o gruppi numerosi di persone, consigli utili per rendere il proprio locale più confortevole e atto ad accogliere un’offerta di prodotti improntata alla qualità, e piccoli “trucchi” per accompagnare la clientela alla fine della serata evitando possibili incidenti di percorso. Principi che a un occhio superficiale potrebbero sembrare ovvi, addirittura banali, ma che - se applicati in massa e coscientemente - avrebbero senz’altro un effetto positivo e rilevante nella popolazione italiana nel suo complesso, oltre a stimolare un consumo interno che langue da tempo.

“I consumi di bevande alcoliche in Italia risultano in contrazione da 20 anni”, ha sottolineato Maurizio Cibrario, delegato della Presidenza Federvini e vice Presidente Federalimentare, “e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il consumo pro-capite (6/10 litri all’anno) è tra i più bassi nell’Unione Europea. Inoltre, secondo quanto rilevato da una recente indagine Nielsen, solo nell’ultimo quinquennio 2011-2015 in Italia quasi 2 milioni di consumatori hanno ridotto o abbandonato il consumo di bevande alcoliche. Tra coloro i quali continuano a consumare le bevande alcoliche si è davanti, invece, ad una diminuzione della frequenza del bere che passa da 4 volte a 3,6 a settimana. Il consumatore italiano - ha continuato Cibrario - si è distinto per primo per un bere moderato, orientato alla qualità del prodotto. Possiamo quindi affermare che la qualità del bere italiano si esplica sia nei nostri prodotti di eccellenza che nelle modalità di consumo, all’insegna della convivialità, dell’accompagnamento al cibo e della moderazione, caratteristiche proprie dello stile mediterraneo che ci contraddistingue. Ed è proprio con queste premesse che nasce il progetto #Beremeglio per supportare i gestori di bar, locali e ristoranti nel rapportarsi con i clienti e puntando alla qualità. Bere meglio significa puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità del bere ed apprendere l’arte della convivialità e dello stile mediterraneo che si accompagna sempre al bere moderato e di qualità e al buon cibo. Federvini promuove ed incoraggia iniziative di responsabilità sociale; insieme al Truck Campari possiamo ricordare la campagna sociale “Conoscere l’alcol”, presentata a giugno da Diageo, Pernod Ricard Italia e Ruffino, che coinvolgerà 3 milioni di consumatori in tutta Italia, educandoli al consumo moderato e consapevole di bevande alcoliche”.

“Il progetto - ha dichiarato, invece, il Presidente Fipe e Vice Presidente Confcommercio, Lino Enrico Stoppani - è la corretta risposta da parte delle associazioni degli imprenditori della filiera dell’Alcol alle sollecitazioni ricevute dal Ministro della Salute Lorenzin che, informando del preoccupante aumento di fenomeni di uso da parte di adolescenti e di uso scorretto soprattutto da parte dei quarantenni, invitava le Federazioni interessate a prendere iniziative di presidio del fenomeno. È quindi soprattutto una assunzione di responsabilità che Fipe, con l’indispensabile collaborazione di Federvini, si è caricata, consapevole dei rischi sottostanti e dei doveri che competono alle associazioni di categoria, che devono riuscire a fertilizzare anche cultura imprenditoriale sui veri valori della vita. Il nostro ruolo è poi rafforzato dai numeri che il nostro Centro Studi ha elaborato e che dicono che in un anno nei bar avvengono 5,1 miliardi di transazioni commerciali, e il 13,3% di queste riguarda consumazioni di alcolici, un dato significativo se pensiamo che in un solo giorno le transazioni per bevande alcoliche si aggirano sui 2,5 milioni. Tenendo conto del fatto che la maggior parte dei consumi di bevande alcoliche avviene fuori casa, i pubblici esercizi sono di fatto il “terminale” per il consumo di alcolici. Come Fipe siamo già da anni impegnati nell’affiancare gli operatori in un solido percorso di preparazione professionale: l’asse con Federvini e la messa a punto di una guida congiunta a disposizione degli esercenti non potrà che aiutarci nel garantire un servizio sempre più puntuale ed efficiente a beneficio di tutti. Per questo ci impegneremo a presentare questo progetto congiunto al Ministero della Salute per attivare i corsi su tutto il territorio italiano per una proficua sinergia tra pubblico e privato”.

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