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Alla scoperta del “Gorgona”, il vino che, grazie al progetto di Frescobaldi, ridà un futuro ai detenuti dell’Istituto di Pena dell’isola toscana. Lamberto Frescobaldi: “una storia di eccellenza e speranza”. E Pianosa è pronta a seguire l’esempio

Sull’Isola di Gorgona, la più piccola dell’Arcipelago Toscano, proprio di fronte a Livorno, nasce un vino denso di significato: il Gorgona, appunto, frutto di un progetto unico non solo in Italia, ma nel mondo, che coinvolge una delle grandi griffe del vino italiano, Frescobaldi (www.frescobaldi.com), e l’Istituto di Pena dell’Isola: qui, infatti, non abita praticamente più nessuno, le sue coste sono off limits alle imbarcazioni, e un pugno di figli e nipoti di pescatori vive, per qualche settimana, fianco a fianco con i sessanta carcerati ospitati a Gorgona, dove la speranza per un futuro diverso prende forma attraverso il lavoro. Soprattutto a quello in vigna, tra i due ettari (di cui uno a pieno regime, ed uno che lo sarà nel giro di un paio d’anni) di Vermentino e Ansonica da cui nascono le 4.000 bottiglie del bianco di Gorgona: ogni passaggio, dalla potatura al diradamento, dalla vendemmia alla vinificazione, è curato dai detenuti, sotto l’occhio vigile ed esperto di Niccolò D’Afflitto, enologo di Frescobaldi. Una storia nata nel 2012, e diventata un vero e proprio esempio di lungimiranza, tanto che adesso anche un’altra isola carceraria, Pianosa, è pronta a seguire le orme di Gorgona, con un progetto ancora più ambizioso: qui, infatti, gli ettari di cui Frescobaldi si prenderà presto cura sono addirittura 30, per lo più a vite, sempre a Vermentino ed Ansonica. I primi sopralluoghi risalgono al dicembre 2015, l’accordo è ormai in dirittura d’arrivo, e Gorgona, così, avrà presto un fratello.
Ma come è nata la storia di Frescobaldi sull’Isola di Gorgona? “Nel luglio 2012 - racconta a WineNews Lamberto Frescobaldi, tra i filari di Vermentino dell’Isola - abbiamo ricevuto, come altri produttori, una mail dal carcere di Gorgona, che non credo abbia avuto grande attenzione. Io, invece, decisi di approfondire l’argomento, ed il 3 agosto venni qui per la prima volta, rimanendo toccato da ciò che vidi. La vigna si presentava molto bene, era tenuta da un detenuto siciliano davvero molto competente, in cantina invece le cose andavano diversamente, se ne occupava un altro detenuto che ne sapeva davvero poco. Nel gennaio 2013 non c’era ancora nessun accordo vincolante, ma iniziammo comunque a prestare la nostra professionalità e fornire i detenuti di tutto ciò di cui c’era bisogno, dalle barrique ai prodotti, senza chiedere nulla. Solo sei mesi dopo il progetto è diventato effettivo, coinvolgendo tante altre personalità: da Simonetta Doni, che ha regalato la sua professionalità alle etichette di Gorgona, alla Landini, che donato un trattore, da Andrea Bocelli, che ha scritto una parte dell’etichetta, ad Annie e Giorgio Pinchiorri, che hanno addirittura dedicato un piatto a Gorgona”.
Un successo quasi inaspettato, per un progetto che poggia sulla voglia di riscatto e sulla possibilità di creare una reale alternativa: “noi paghiamo un affitto di 13.000 euro l’anno - spiega Lamberto Frescobaldi - con cui sono stati fatti piccoli interventi di manutenzione, ed ai detenuti offriamo un vero e proprio contratto di lavoro, e questo gli dà un grande orgoglio. Per loro è importantissimo, un giorno usciranno da qui, e noi dobbiamo fare in modo che trovino il loro posto nella società senza causare altro dolore. Quando comprendiamo questo, comprendiamo anche il nostro dovere, che è quello di restituire qualcosa alla società, e poi il vino, alla fine di tutto, è straordinario, sa di sale, di sottobosco, di frutti esotici. E nasce nella maniera più semplice possibile: niente temperature controllate, macerazioni sulle uve, fermentazioni spontanee. Le 4.000 bottiglie dell’annata 2015 - conclude Frescobaldi - sono già state assegnate, la maggioranza resterà in Italia, ma molte prenderanno la via dell’estero, anche per far conoscere e per far vivere ad altri Paesi la bellezza di un’esperienza del genere, un vero e proprio unicum che ci rende estremamente orgogliosi”.

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