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Inizia bene il 2016 del commercio enoico mondiale: 7,5 milioni di ettolitri (+5%) nei primi tre mesi, per 3,7 miliardi di dollari (+6%). Italia: giù i vini fermi, bene le bollicine. Così “Wine by Numbers” by “Corriere Vinicolo - Unione Italiana Vini”

Italia
Cresce il commercio del vino nel mondo nei primi 3 mesi del 2016

È iniziato bene il 2016 del commercio mondiale di vino che, nel primo trimestre, ha toccato i 7,5 milioni di ettolitri scambiati, per un valore di 3,7 miliardi di dollari, in crescita sullo stesso periodo del 2015, rispettivamente, del +5% e del +6%, come raccontano i numeri, analizzati da WineNews, dell’ultimo report di “Wine by Numbers” by “Corriere Vinicolo - Unione Italiana Vini”(www.uiv.it), analizzando solo l’imbottigliato, sparkling esclusi, sui mercati principali di Asia, America ed Europa. Merito in modo particolare del continente asiatico, che ha importato 1,2 miliardi di dollari di vino tra gennaio e marzo 2016, ad un soffio dai principali mercati americani, Usa, Canada e Brasile, a 1,3 miliardi di dollari. Nel sonnolento Vecchio Continente, invece, torna a crescere la Russia, con la Germania che conferma il calo degli ultimi mesi e la Gran Bretagna a due velocità, in calo nei valori ed in crescita nei volumi. Ancora meglio, a livello globale, fanno gli spumanti: le spedizioni, nei primi tre mesi del 2016, toccano gli 831.000 ettolitri (+10% sul 2015), per un valore che supera i 630 milioni di dollari (+7%), in questo caso, però, soprattutto grazie ai mercati più maturi, come Gran Bretagna e Usa, con il Prosecco ancora super star. Basti pensare che, in Uk, dei 19 milioni di bollicine spedite dal Belpaese, 11 sono proprio di Prosecco.

L’Italia, in tutto ciò, viaggi a due velocità: nel periodo ha infatti esportato un totale di 261,46 milioni di litri di imbottigliato fermo (-4,9% sul 2015), per 894,49 milioni di euro (-0,6%), ad un prezzo medio di 3,42 euro al litro (+4,5%), e 67,79 milioni di litri di sparkling (+26,1% sul 2015), per 229,70 milioni di euro (+21,4%), a 3,39 euro al litro (-3,8%). Insomma, mentre i vini fermi segnano il passo in termini di quantità, ma guadagnano qualcosa in valore, non si arresta l’exploit delle bollicine, trainate sempre dal Prosecco che, però, perde qualcosa in termini di valore.

Analizzando le performance del Belpaese sui singoli mercati, è proprio nei tre Paesi più importanti che si arresta la crescita dell’imbottigliato, almeno in termini di volumi: gli Usa, a quota 60,72 milioni di litri, perdono il 3,3%, ma crescono in valore (+2,7%), a quota 260,74 milioni di euro, la Germania, con 60,96 milioni di litri, lascia sul terreno il 6,2%, e cala anche in termini di valori (-4,6%), a 167,44 milioni di euro, ma è la Gran Bretagna a far segnare il dato peggiore, con un calo sul primo trimestre 2015 del 20,1% in volume, a 33,19 milioni di litri, e del 16% in valore a 74,35 milioni di euro. Tra i big, almeno in questo settore, si salvano solo Svizzera e Canada: le spedizioni verso il vicino alpino crescono dell’8,9%, a 10,56 milioni di litri e 61,93 milioni di euro in valore (+5%), mentre nel Paese nordamericano la crescita è stata solo del 2,7%, a 14,02 milioni di litri per 58,78 milioni di euro (-1,1%). La Cina, inoltre, torna ad avvicinarsi, ma è ben distante dall’essere considerata un punto di riferimento, con 5,45 milioni di litri spediti, il 34,9% in più del primo trimestre 2015, a 17,78 milioni di euro (+22,4%).

Del tutto diversi i numeri delle bollicine italiane, che proprio in Gran Bretagna crescono addirittura del 38,4% sullo stesso periodo del 2015, a 20,19 milioni di litri, per un controvalore di 67,04 milioni di euro. Stabile il dato Usa, a quota 15,01 milioni di litri (+1,3% sul 2015), ma con un bel balzo in valore, del 13,8% a quota 59,54 milioni di euro. Meno bene la Germania, a 4,39 milioni di litri (-1,8%), per 16,91 milioni di euro (+5,1%), e ancora peggio la Svizzera, a 1,87 milioni di litri (-15,7%) per 10,12 milioni di euro (-6,2%). Ma è dalla Francia che arriva la sorpresa: +381,2% sul primo trimestre per le bollicine italiane, a quota 7,94 milioni di litri, per 9,57 milioni di euro, ad un prezzo medio, però, bassissimo, appena 1,21 euro al litro.

E a proposito di Francia, il primo trimestre 2016, per l'export transalpino, nel complesso, non registra grosse evoluzioni: le spedizioni dell’imbottigliato si attestano sui 222,75 milioni di litri (+0,4% sul 2015), per 1,11 miliardi di euro (+3,3%), mentre gli spumanti crescono a 31,15 milioni di litri (+5,7%, di cui 18,72 milioni di litri di Champagne), per 529,58 milioni di euro (+5,2%), ed un prezzo medio altissimo, 17 euro al litro, che salgono a 25,53 euro per il solo Champagne. Che vola in Usa (+11,3%), a quota 2,81 milioni di litri per 89,92 milioni di euro, si ferma in Uk, a quota 4,02 milioni di litri (+0,7%) e 82,90 milioni di euro, e fa segnare un bell’exploit a Singapore, terzo mercato per gli Champagne con 1,76 milioni di litri (+11%) e 46,52 milioni di euro (+6,4%).

Diverso il panorama per i vini di Bordeaux, che hanno nella Cina il loro mercato d’elezione, con 10,02 milioni di litri importati nel primo trimestre 2016 (+24,1%), ma in termini di valori al top c’è Hong Kong, con 62,96 milioni di euro spesi per appena 1,64 euro milioni di litri (ed un prezzo medio di 38,28 euro al litro), con gli Usa sul terzo gradino del podio, a quota 4,17 milioni di litri (+7,8%) e 39,85 milioni di euro (-9,1%), che scalzano così la Gran Bretagna, che crolla in quantità (-21,8%) ed in valore (-35,1%). Sul podio dei Borgogna lovers, invece, ci sono Usa, Uk e Giappone, mentre nel complesso, il mercato dell’imbottigliato ha come meta d’elezione proprio gli Usa (29 milioni di litri e 198 milioni di euro, in crescita, sul 2015, del +19,2% e +13,9%), davanti a Uk (32,6 milioni di litri e 131,2 milioni di euro, in calo, sul 2015, del -6% e -9,1%) e Cina (31,3 milioni di litri e 111,8 milioni di euro, in crescita, sul 2015, del +17,4% e +25,8%).

Altro concorrente storico del Belpaese è la Spagna, con cui il testa a testa, almeno in termini quantitativi, sia a livello produttivo che commerciale, si rinnova di anno in anno. Compreso questo primo scorcio di 2016 in cui il Paese iberico si è sostanzialmente confermato sui livelli del primo trimestre 2015: 180,95 milioni di litri spediti (+1,2% sul 2015) per 380,08 milioni di euro (+5%). Mete preferite sono Usa (12,01 milioni di litri e 54,37 milioni di euro, in crescita, sul 2015, del +11,8% e +13,1%), Germania (25,41 milioni di litri e 52,71 milioni di euro, sugli stessi livelli del 2015) e Uk (21,88 milioni di litri e 51,78 milioni di euro, in calo, sul 2015, del -10,9% e -8,4%), con la Cina subito dietro (15,04 milioni di litri e 27,33 milioni di euro, in crescita enorme sul 2015, del +56,4% e +62,4%). E le bollicine? Rispetto a quelle italiane e francesi chiudono il primo trimestre 2016 in calo in termini di quantità, del -4,4%, ma guadagnano qualcosa in valore, a +2,7%. Nei diversi mercati, Cava e soci vivono su una vera e propria altalena: crescono in Usa del +28,2% (4,39 milioni di litri), crollano in Germania del -29,8% (5,32 milioni di litri), stabili in Belgio (+1,4% a 3,58 milioni di litri), cadono in Uk (-17,8% a 3,38 milioni di litri) e fanno boom in Giappone (+21% a 2,09 milioni di litri).

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