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Se il mondo del vino avesse una capitale, sarebbe Bordeaux, ed il Governo siederebbe alla Cité du Vin: dopo 3 anni (e 81 milioni di euro) si alza il sipario sul nuovo tempio dell’enoturismo (con uno sponsor italiano, il Conegliano Valdobbiadene)

Italia
Ecco la Cité du Vin a Bordeaux, che sarà inaugurata il 31 maggio

Se il mondo del vino avesse una sua capitale sarebbe, senza grossi dubbi, Bordeaux (non ce ne vogliano i grandi terroir di cui è ricco il Belpaese ...), e la sede di un ipotetico Governo di Bacco la Cité du Vin (www.laciteduvin.com), la cittadella a tema enoico nata da un’idea lanciata nel 2011 dal sindaco della città girondina, Alain Juppé, ex Premier di Francia, pronta ad aprire le porte al grande pubblico. Mancano appena quattro giorni all’inaugurazione, attesissima, di quello che da anni si preannuncia come il tempio dell’enoturismo mondiale. La prima pietra fu posata, simbolicamente, proprio da Juppé, nei giorni di Vinexpo 2013, e oggi il grande ed avveniristico “decanter” progettato dallo studio parigino X-Tu è ormai completato: alto 55 metri, secondo Philippe Massol, direttore della Fondation pour la Culture et pour le Tourisme du Vin di Bordeaux, avrà sulla città lo stesso impatto della Tour Eiffel su Parigi, sia in termini estetici sia economici e turistici. La “Cité”, del resto, è pronta ad accogliere tra i 400.000 ed i 500.000 wine lover l’anno (creando 250 posti di lavoro fissi e generando un’economia da 40 milioni di euro), in una città visitata da 6 milioni di persone ogni anno.
Se l’input è arrivato dall’amministrazione di Bordeaux, che, nel complesso, ha stanziato ben 31 milioni di euro (ma all’inizio erano solo 13, ndr), il grosso dell’investimento, pari a 50 milioni di euro, è arrivato dai finanziatori privati. Tra cui spicca il contributo dell’associazione no profit Usa “American Friends of the Center for Wine & Civilization” che, con 1,5 milioni di dollari, ha finanziato per intero l’auditorium della “Cité”, intitolato a Thomas Jefferson: il terzo presidente americano, infatti, è stato il primo vero appassionato d’America dei vini di Bordeaux che, da ambasciatore in Francia, conosceva ed amava, tanto che, nella sua tenuta di Barboursville, in Virginia, aveva immaginato di realizzare una grande tenuta vitivinicola, un modello della sua moderna concezione dell’agricoltura.

Ma la Cité du Vin è molto di più: innanzitutto, è cultura (tanto che il nome, all’inizio, doveva essere proprio “Cité des Civilisations du Vin”), fil rouge della galleria che attraverserà il visitatore, lungo la storia del vino dall’antichità ai giorni nostri. È qui che il Conegliano Valdobbiadene, unico territorio italiano tra i 37 partner della “Cité”, farà mostra di sé, con un video della denominazione ed una presenza fissa nel “Salone della lettura”, con materiale informativo sulla Denominazione e nei quattro spazi di degustazione in cui saranno presentati a rotazione tutti i vini del mondo.
Il percorso espositivo, che conterà su 13.500 metri quadrati, sfocia su una terrazza panoramica a 35 metri d’altezza, dalla quale ammirare i vigneti piantati sulle sponde della Gironda all’inizio dei lavori. Ma il meglio è agli ultimi due piani: al settimo c’è grande attesa per il ristorante “7ème”, sulla scia del mitico “Jules Verne” sulla Tour Eiffel, che sarà gestito da Nicolas Lascombes, tra i massimi esponenti della gastronomia del territorio (con la brasserie più famosa della città, la “Brasserie Bordelaise”, ed il ristorante “La Terrasse Rouge” a St. Émilion), che proporrà ai 120 fortunati che il locale potrà accogliere ben 500 vini, di cui il 25% di Bordeaux, il 25% dal resto della Francia ed il rimanente 50% dagli altri Paesi, di cui 70 etichette dal Belpaese. All’ottavo piano, ci sarà un belvedere, da cui dominare con lo sguardo Bordeaux, magari degustando uno dei 20 vini in degustazione di tutto il mondo, da una carta costantemente aggiornata, anche grazie ad una cantina capace di conservare qualcosa come 14.000 bottiglie.
Senza dimenticare i bambini tra i 6 ed i 12 anni, almeno 60.000 ogni anno, che non potranno accedere alle aree dedicate alle degustazioni, ai quali è invece dedicato un percorso per famiglie, oltre ad una scuola del gusto e degli aromi senza alcuna forma di incitamento al consumo, nate dalla collaborazione tra la Cité du Vin, l’associazione Vin et Société ed il Ministero dell’Educazione.

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