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Primo quadrimestre a cinque stelle per Hart Davis Hart: la casa d’aste di Chicago ha venduto il 100% dei 6.700 lotti offerti nel corso dell’anno, puntando forte su relazioni coi collezionisti e “blue chip” di Borgogna e Bordeaux

Da qualche tempo, l’attenzione mediatica sul mondo delle aste è sempre più focalizzata sulle piazze asiatiche, e ciò può portare a lasciarsi sfuggire qualche dettaglio non da poco. E questo, come riporta “Wine Spectator” (www.winespectator.com), è decisamente il caso per Hart Davis Hart, la casa d’aste statunitense che, pur non operando su mercati come Hong Kong (a differenza di competitor come Acker Merrall & Condit), ha messo in cascina un inizio 2016 da incorniciare, dato che ha venduto il 100% del 6.700 lotti presentati nel 2016, e con un “uno-due” notevolissimo fra Aprile e Maggio. A cavallo fra i due mesi, ha, prima, organizzato la più grossa asta di vini borgognoni per vendite totali di sempre, denominata “Celebration of Burgundy” - più di 2.000 lotti da 159 produttori, passati di mano per 5,6 milioni di dollari - e, poi, ha messo a segno una seconda asta il 13 e 14 maggio, dove ha venduto vini per 5,9 milioni di dollari (e con il 45% dei lotti, venduti a prezzi superiori alle stime).

Star della prima delle due aste è stato, tanto per cambiare, Domaine de la Romanée-Conti, con 36 annate passate di mano per 1,8 milioni di Dollari, e un top lot composto da una cassa di DRC La Tâche 1990, venduto a quasi 6.000 dollari in più della valutazione più alta, pari a 48.000 dollari.
Secondo “Wine Spectator”, eventi come quello di aprile 2016 sono esemplificativi del modus operanti di Hart Davis Hart: un’asta del genere non si improvvisa dall’oggi al domani, e tantomeno senza coltivare relazioni strette, personali e di lungo periodo con i collezionisti. La casa d’aste di Chicago ha totalizzato 41,5 milioni di dollari di vendite nel 2015 - e se il buongiorno si vede dal mattino, non è irreale immaginare che possa bissare tale successo anche per il 2016.

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