02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Delle 14 imprese con 100 milioni di fatturato, 8 sono private e 6 cooperative, ma la redditività premia marchi storici: al top Tenuta San Guido (Sassicaia), Antinori, Frescobaldi e Cusumano. La classifica by Anna Di Martino su “Corriere Economia”

Italia
Nicolò Incisa della Rocchetta, Piero Antinori, LambertoFrescobaldi, Diego Cusumano

Il mercato italiano del vino continua a vivere del confronto tra aziende private e cooperative (delle 14 aziende con oltre 100 milioni di fatturato, 8 sono private e 6 cooperative), stando alla puntuale analisi della giornalista Anna Di Martino, che ha stilato la classifica delle 110 imprese vitivinicole più virtuose del Bel Paese, oggi consultabile sulle pagine del “Corriere Economia” del quotidiano “Corriere della Sera” (www.corriere.it). Ma quando si parla di redditività (il rapporto tra il margine operativo lordo, ebitda, e il fatturato dell’esercizio), il podio appartiene tutto quanto ai marchi storici del panorama enoico tricolore.
Prima, è la Tenuta San Guido del Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta, con un indice del 54,8%. Seconda, la Marchesi Antinori, con il 42,3%. Terza, la Marchesi Frescobaldi, che conquista il podio con un rapporto del 34,2%. Quarta, la cantina siciliana Cusumano, con il 34%. Al quinto posto, la toscana Castellani, con il 31%: l’azienda di Pontedera ha realizzato una grande performance, migliorando il suo indice di 9 punti. Seguono tre habitué di questo salotto riservato alle aziende più profittevoli: Ruffino (28,6%), Masi Agricola (28%) e Planeta (25,6%). Novità, al nono posto, con Terra Moretti, che entra in graduatoria con il 24,1%, mentre, fermandosi alle prime 15 aziende, si confermano tra più redditizie del mercato il gruppo Santa Margherita dei fratelli Marzotto (23,2%), la Falesco della famiglia Cotarella (22,5%) e il Gruppo Lunelli, ovvero la famiglia delle bollicine Ferrari (22%), Astoria Vini e Umberto Cesari (22%) e Donnafugata (21%).
A riprova del “quid” in più in possesso alle famiglie storiche del vino italiano è la speciale classifica (www.annadimartino.it) delle estensioni coltivate a vigneto. Nella graduatoria di coloro che possiedono oltre 200 ettari allevati, al primo posto troviamo Marchesi Antinori (2.691 ettari), Zonin 1821 (1.990 ettari), Marchesi Frescobaldi (1.250 ettari), Banfi (970 ettari), Cusumano (520 ettari), Bertani Domains (440 etatri), Tasca d’Almerita (381 ettari), Planeta (354 ettari), Feudi di San Gregorio (350 ettari), Masi Agricola (314 ettari), Cecchi (298 ettari), Terra Moretti (260 ettari), Lungarotti (250 ettari), Argiolas (230 ettari) e Umani Ronchi (210 ettari).
Nel 2015, le 110 aziende prese in esame rappresentano un giro d’affari di 5,4 miliardi di euro (di cui 3,1 miliardi proveniente dall’export, che rappresenta il 58% sul fatturato complessivo). Hanno prodotto 1,9 miliardi di bottiglie, occupando oltre 11.000 persone. Le magnifiche 110, che pesano per il 43,7% sul giro d’affari totale del comparto, hanno chiuso l’ultimo esercizio con il segno più davanti al totale introiti: +4,47%, percentuale che sale fino al 5,72% guardando all’export e facendo registrare un confortante segno positivo anche in Italia (+2,79%), a riprova che qualcosa si sta muovendo anche nel mercato interno.
Una fotografia, quella di Anna Di Martino, che analizza un campione sempre più significativo del mercato italiano, caratterizzato da un confronto crescente tra aziende private e mondo cooperativo. La “top 20” dei fatturati, infatti, è guidata da Cantine Riunite & Civ (compreso Gruppo Italiano Vini) con 547 milioni, segue il Gruppo Caviro con 358, Zonin 1821 con 186 milioni, Marchesi Antinori con 180 e il Gruppo Mezzacorona con 174 milioni. Segue Cavit a 166 milioni, Fratelli Martini 162, Botter 154, Italian Wine Brands 144, Enoitalia 135, Santa Margherita 118 milioni, Gruppo Cevico 112, Cantina di Soave 106, Collis Veneto Wine Group 104, Marchesi Frescobaldi 95 milioni, Ruffino 92 milioni, Mondodelvino Group 91, La Vis 83 milioni, La Marca Vini e Spumanti 75, Banfi 73 milioni.
A sottolineare, infine, ancora se ce ne fosse bisogno, il credito con l’estero che possiede il made in Italy in bottiglia, sono ben 17 le aziende che raccolgono l’80% del loro fatturato dall’export: Cantine Sgarzi (99%), Adria Vini (98%), Farnese (96%), Botter (94%), Ruffino (93%), Castellani (92%), Corte Glara (91%), Fratelli Martini (89%), Masi Agricola (88%), Pasqua (85%), Zonin 1821 (85%), Mondodlevino (85%), Umberto Cesari (85%), Piccini (84%), Gerardo Cesari (84%), Gruppo Mezzacorona (81%), Cavit (80%).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli