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Nebbiolo e Barbera, due facce di una stessa medaglia, il Piemonte enoico, rendono unici i territori di Langhe e Monferrato, e sono pronti a svelare le proprie perle: da oggi all’8 maggio, c’è “Nizza è Barbera” e, dall’8 al 13 maggio, “Nebbiolo Prima”

Italia
Le Langhe, in foto, e il Monferrato svelano le perle di Nebbiolo e Barbera, con Nizza è Barbera e Nebbiolo Prima

Sono due facce della stessa medaglia, o meglio, della stessa Regione, il Piemonte, decisamente le facce migliori, divise, in fin dei conti, da una manciata di chilometri e da due vitigni: da una parte la Barbera, che fa grande il Monferrato, dall’altra il Nebbiolo, che tra Alba e Cuneo dà il meglio di sé, declinato in grandi Barolo e strepitosi Barbaresco. Ma uniti dall’Unesco, che ha riconosciuto i paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato come Patrimonio Immateriale dell’Umanità, nella loro interezza e continuità. È qui che nascono le perle dell’enologia piemontese, ed è da qui che si svelano al grande pubblico, con due appuntamenti da non lasciarsi sfuggire.
Da oggi a domenica 8 maggio a “Nizza è Barbera” (www.viniastimonferrato.it), di scena a Nizza Monferrato, la Barbera d’Asti Docg, il Nizza Docg e la Barbera del Monferrato Doc, tra degustazioni guidate delle etichette selezionate dalle guide di Slow Wine (oggi) e Gambero Rosso (domani), cibi e cucine di strada, e gli incontri dei produttori di Barbera con i wine lover, nel Barbera Forum e nel Wine BarBera.
Dall’8 al 13 maggio, invece, sarà la volta delle nuove annate di Barolo, Barbaresco e Roero, che si svelano ai giornalisti di tutto il mondo, con “Nebbiolo Prima” (www.albeisa.com), evento nato 21 anni fa grazie ad Albeisa, leader langarolo nella produzione di bottiglie, in cui le aziende presenteranno le nuove annate di Barolo (2012 e Riserva 2010), Barbaresco (2013 e Riserva 2011) e Roero (2013 e Riserva 2012).

Focus - Langhe e Monferrato in cifre
Se il 2015 è stato l’anno della Langa del Barolo dove ormai si ragiona a suon di milioni di euro per comprare un angolo di terra da Nebbiolo, il 2016 volge lo sguardo di qualche chilometro verso il vicino Monferrato. Gli investitori cominciano a interessarsi di quelle terre storicamente vocate alla produzione di Barbera d’Asti (3.915 ettari rivendicati, per 17 milioni di bottiglie all’anno) e Barbera del Monferrato (1.036 ettari, per poco meno di 8 milioni di bottiglie).
Del resto, ormai, è difficile, quasi impossibile, comprare vigneti destinati alla produzione di Barolo: le quotazioni sono alle stelle, per le terre (2.067 ettari in tutto, in 11 Comuni, divisi tra 670 aziende per una produzione di 12,7 milioni di bottiglie all’anno, il 78% all’export), dove si produce uno dei più grandi vini d’Italia e del mondo. E quasi nessuno vende. Così le quotazioni medie a Barolo si aggirano sui 500.000 euro per ettaro vitato, con i cru più importanti che vanno ben oltre il milione, mentre per un ettaro a Barbaresco ci vogliono tra i 400.000 ed i 500.000 euro.

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