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Il 46% delle aziende di Borgogna ha subito danni in più del 30% dei vigneti (nel 23% colpito il 70% dei filari). Nel restante 54% dei vigneti, danni al di sotto del 30%: ecco il primo bilancio della gelata che ha colpito la Borgogna una settimana fa

I conti si fanno a bocce ferme e, ad una settimana esatta dalla tremenda gelata che ha messo in ginocchio la Borgogna (con le temperature che, nella notte tra il 26 ed il 27 aprile, sono scese fino a -3,5 gradi), a fare una prima conta dei danni ci pensano il Bureau Interprofessionnel des vins de Bourgogne e la Confédération des appellations et des vignerons de Bourgogne. E i numeri sono tutt’altro che confortanti, perché il 46% delle aziende, pari a 13.453 ettari, ha subito danni per più del 30% dei propri vigneti, con un 23% che, purtroppo, lamentano danni nel 70% dei filari. Nel restante 54% delle aziende di Borgogna (15.797 ettari), i danni sono al di sotto del 30%.
Bisogna tornare con la memoria al 1981 per ritrovare una soluzione del genere, solo poche denominazioni di Givry o nel Mâconnais sono state risparmiate dal gelo, con il presidente della Confédération des appellations et des vignerons de Bourgogne, Jean Michel Aubinel, che ha espresso però fiducia, parlando di una situazione grave ma non disperata. Il motivo dello spiraglio di fiducia è tutto nelle gemme di controcchio, le due gemme laterali all’asse centrale, in genere fruttifero, che rimangono dormienti: quando viene danneggiata la gemma principale, come in questa situazione, c’è la possibilità (con una grande variabilità da una varietà all’altra) che la pianta produca attraverso le gemme di controcchio.
Per saperne di più, c’è da aspettare qualche altra settimana, nella speranza, da un punto di vista prettamente commerciale, che le difficoltà dell’annata non si traducano in un brusco aumento dei prezzi, che certo non gioverebbero ad una denominazione in grande crescita, me che rischia seriamente di rimanere vittima di eccessi che, negli anni, hanno riguardato più di una grande denominazione, a partire da Bordeaux. Quello che rimane, invece, è la quasi totale impreparazione dei vignaioli di Borgogna, perché chi, con tecniche antiche, come i “bugie” (i fuochi accesi tra i filari che hanno segnato, specie sui social, la grande gelata) o il semplice innaffiamento delle gemme, così da difenderle all’interno di una goccia ghiacciata, è riuscito a limitare i danni, mentre per gli altri ci sono ancora da contare i danni.

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