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Vino & discendenti: quelli di Dante, i Serego Alighieri, producono Bello Ovile in Toscana, del Leopardi lo Zibaldone a Recanati, del Guicciardini la Vernaccia, e Antani è il vino-eredità di Tognazzi. WineNews ha scuriosato nel loro albero genealogico

Il vino non ha solo ispirato intere pagine di storia, arte, musica, cinema e letteratura, guidando la mano ad artisti, compositori, scrittori o poeti conosciuti, e appassionando illustri uomini di stato tanto quanto la politica. Rovesciando la prospettiva, infatti, dalle opere agli artefici, se Dante e Leopardi, Pia de’ Tolomei e il Conte Ugolino della Gherardesca, Francesco Guicciardini e Girolamo Frescobaldi, Amerigo Antinori e Papa Clemente XII, Filippo Mazzei e Bettino Ricasoli, Sidney Sonnino e Luigi Einaudi, Ugo Tognazzi e Italo Zingarelli, nutrivano per il vino una grande passione, oggi, scuriosando con WineNews nel loro albero genealogico, molti dei loro discendenti sono produttori nelle tenute di famiglia. E se è facile immaginare Monna Lisa Gherardini a Vignamaggio, la quattrocentesca Villa di famiglia nel Chianti Classico, nella recente ricostruzione dell’albero genealogico del grande genio Leonardo da Vinci che l’avrebbe resa per sempre immortale nella Gioconda, “ad oggi nessuno dei discendenti viventi produce vino o si dedica ad attività agricola”, ha assicurato a WineNews il leonardista Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci, autore dello studio sulla sua famiglia con la storica Agnese Sabato.
A Recanati, nei vigneti che circondano Casa Leopardi, i Conti Leopardi di San Leopardo, la famiglia del Leopardi, proseguono una tradizione che passa dallo “Zibaldone” del grande poeta italiano (“Il vino è il più certo, e (senza paragone) il più efficace consolatore. Dunque il vigore; dunque la natura”, e che oggi è anche un Marche rosso Igt) e arriva all’attuale produzione di rosso Conero, Verdicchio dei Castelli di Jesi e Rosso Piceno. Tornati nella loro Toscana dopo quasi 700 anni, grazie a Masi Agricola, nei Poderi del Bello Ovile, i Serego Alighieri, discendenti diretti di Dante, producono il Bello Ovile, un rosso Igt, come il poeta esule chiamava la sua patria natìa, accanto all’Amarone e al Valpolicella, nelle Possessioni acquisite in Veneto nel lontano 1353 da Pietro Alighieri, figlio del Sommo Poeta, che aveva seguito il padre durante l’esilio. E se Pia Tolomei, discendente oltreché omonima della sua illustre antenata di dantesca memoria, oggi, insieme ai fratelli Bernardo e Camilla, in compagnia del marito illustre, Giorgio Albertazzi, produce olio a La Pescaia, la tenuta di famiglia in Maremma (“Ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi fé, disfecemi Maremma”), tra le più celebri personalità del mondo del vino italiano, Gaddo della Gherardesca è discendente di uno dei figli del Conte Ugolino, tra i personaggi più famosi della “Divina Commedia”, 37 generazioni, la cui casa è il Castello di Castagneto a Castagneto Carducci.
Dalla Maremma al terroir del bianco toscano per eccellenza, storici produttori della Vernaccia di San Gimignano nelle loro Tenute, tra tanti illustri antenati, tra cui La Gioconda, Filippo Strozzi e Winston Churchill, i Guicciardini Strozzi sono i discendenti di Francesco Guicciardini, per il quale Niccolò Macchiavelli iniziò la carriera politica come segretario, uomo politico di spicco, governatore dello Stato pontificio, e autore di quella Storia d’Italia (anni 1494-1532) che ne fa un precursore dell’Unità d’Italia. Tra le storiche famiglie del vino toscano e d’Italia, e ancora tra più di un celebre antenato, nell’albero genealogico di Marchesi de’ Frescobaldi c’è Girolamo Frescobaldi, uno dei più importanti compositori di musica barocca in Europa. Amerigo Antinori, rinascimentale guerrafondaio più che vinattiere, “giovane allora molto favorito in Fiorenza” come ricorda il Vasari, tra i più famosi antenati dei Marchesi Antinori, è il giovinetto di un famoso ritratto del Pontormo. L’apoteosi della famiglia dei Principe Corsini, invece, la cui storica tenuta è Villa Le Corti nel Chianti Classico, è l’ascesa al soglio pontificio di Lorenzo Corsini col nome di Papa Clemente XII, fondatore dei Musei Capitolini e committente della Fontana di Trevi.
Scorrendo gli annali della famiglia Mazzei, alla guida del Castello di Fonterutoli, ci si imbatte in Filippo Mazzei, studioso e viaggiatore, amico di George Washington, di Benjamin Franklin e di Thomas Jefferson, da cui fu chiamato per sperimentare la viticoltura in Virginia, partecipando anche alla guerra d’Indipendenza americana ed alla stesura della Costituzione degli Stati Uniti. Tra vino e politica, è al Castello di Brolio, di proprietà della famiglia Ricasoli, che il “Barone di Ferro” Bettino Ricasoli, tra gli artefici del Risorgimento italiano, scriveva la formula del del Chianti Classico. Castello Sonnino, invece, è l’antica dimora del suo successore alla Presidenza del Consiglio d’Italia, Sidney Sonnino, ancora oggi di proprietà della famiglia, dove si produce Chianti. Ma vignerons lo sono anche i discendenti del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, nei Poderi Luigi Einaudi nelle Langhe.
Ed esempi di illustri discendenze nel mondo del vino, arrivano anche dall’universo del cinema: Rocca delle Macìe, nel Chianti Classico, è l’azienda fondata da Italo Zingarelli, produttore, regista e direttore cinematografico; l’eredità del grande Ugo Tognazzi è anche La Tognazza Amata, la tenuta dell’attore a Velletri, dove oggi il figlio GianMarco produce vini dai nomi alquanto evocativi: dal rosso Antani al bianco Tapioco.

Focus - Su e giù tra i territori del vino italiano, a caccia con WineNews delle cantine dove si sono scritte pagine di storia italiana
Tra gli antichi proprietari dell’attuale cantina del Castello di Montegiove, tra Orvieto e Perugia, ci sono i Monadelschi della Vipera, citati da Dante nella Divina Commedia, ed il famoso condottiero Gattamelata. E mentre a Milano, una task force di studiosi, insieme a Confagricoltura, ha fatto rinascere la vigna di Leonardo alla Casa degli Atellani, donata al grande genio da Ludovico il Moro per aver realizzato il Cenacolo, negli anni in cui realizzava La Gioconda, invece, Leonardo risiedette al Castello Vicchiomaggio, nel Chianti Classico, poco lontano dalla Villa Vignamaggio dei Gherardini, la famiglia di Monna Lisa, e dove più tardi Francesco Redi compose “Il Bacco in Toscana”. Restando nel celebre terroir toscano, è nel Castello di Verrazzano che nel 1485 nacque il navigatore Giovanni da Verrazzano, ed è nella tenuta di famiglia, l’Antica Fattoria Macchiavelli, che Niccolò Machiavelli scrisse “Il Principe” e coltivò ulivi e vigne.
I Tenimenti Conti Borghini Baldovinetti de’ Bacci sono di proprietà della storica famiglia che commissionò a Piero della Francesca gli affreschi della “Leggenda della Vera Croce” nella cappella di famiglia nella Chiesa di San Francesco ad Arezzo. Ma si va da Villa dei Vescovi nei Colli Euganei rifugio di Francesco Petrarca, alla Villa affacciata sugli stessi vigneti dove durante il suo soggiorno Ugo Foscolo ambientò le “Ultime lettere di Jacopo Ortis”, e, sempre tra gli stessi vigneti, l’Abbazia di Praglia dove sono ambientate alcune pagine di “Piccolo mondo antico” di Antonio Fogazzaro; Villa Angarano a Bassano del Grappa è inserita nei “Quattro Libri dell’Architettura” del Palladio, autore anche della Villa di Maser affrescata da Paolo Veronese, non lontano da Villa Sandi a Crocetta del Montello, dimora di Napoleone e del Canova; a Villa Manzoni alle porte di Milano, Alessandro Manzoni iniziava a scrivere “I Promessi Sposi” e faceva il viticoltore. Ad Oliena Gabriele D’Annunzio scrisse il suo celebre elogio al Cannonau di Sardegna Nepente, mentre la cantina Volpe Pasini lo ha ospitato insieme a Luigi Pirandello; a Villa di Monterosso nelle Cinque Terre Eugenio Montale elogiava lo Sciacchetrà, mentre Wagner fu ispirato per il terzo atto del “Parsifal” dal giardino di Villa Tasca di Tasca d’Almerita.
I vigneti de Il Pollenza a Tolentino, furono teatro nel 1815 della celebre battaglia tra l’esercito napoletano guidato Gioacchino Murat e l’esercito austriaco. Nel celeberrimo Castello di Grinzane Cavour, dove Camillo Benso Conte di Cavour faceva l’Italia e del Barolo un vino di qualità; Luigi Albertini, senatore e storico direttore del Corriere della Sera, fu proprietario del Castello di Torre in Pietra, a pochi passi da Roma. Ma ci sono anche cantine come Marchesi di Barolo o Principe Pallavicini, da Vistorta al Castello di Volpaia, le cui vicende si intrecciano con quelle della storia italiana, e senza dimenticare nomi di aziende come Donnafugata o Poliziano e le Cantine del Redi che evocano personaggi della nostra cultura. Molti dei quali indissolubilmente legati anche i vini delle loro terre di origine se solo si pensa a Giosuè Carducci e a Bolgheri, a Giovanni Verga e la Sicilia contadina, a Cesare Pavese e le Langhe, o a Giuseppe Ungaretti ed il Carso, per citarne solo alcuni.

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