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Vino & burocrazia, frenata sul registro telematico che dovrebbe diventare obbligatorio (dal 30 giugno 2016) al posto di quello cartaceo: Coldiretti chiede il rinvio per ulteriori verifiche, oggi udienza in Commissione Agricoltura alla Camera

Vista da fuori l’Italia sembra un Paese assai strano. Dove tutti chiedono (e annunciano) riforme e semplificazioni salvo poi, quando si arriva al dunque, rimandare, chiedere più tempo e accorgersi che, forse, non ci sono le condizioni (o il coraggio) per cambiare davvero. È quanto sta succedendo, in un certo senso, per l’introduzione del registro telematico del vino, che dovrebbe sostituire quasi in toto la mole enorme di scartoffie che le cantine devono compilare, obbligatoriamente dal 30 giugno 2016, con il passaggio dai registri cartacei a quelli digitali.
“La Commissione Agricoltura ascolterà oggi in audizione l’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti Agroalimentari (Icqrf) per avere informazioni sul nuovo sistema telematico e sullo di stato di avanzamento di tale procedura”, spiega in una nota Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, e relatore del Testo Unico del Vino. “Molte aziende, soprattutto dei distretti rurali non ancora raggiunti dalla banda larga - conclude Massimo Fiorio - hanno avanzato infatti preoccupazioni sull’attuale capacità di adeguarsi alle nuove disposizioni entro poche settimane”.
Una dichiarazione che, in qualche modo, sembra una risposta alla Coldiretti, che proprio nelle stesse ore ha chiesto “una proroga all’avvio del cyber-registro per risolvere il problema della mancanza di alcune funzionalità e consentire ai produttori di metterlo alla prova nel periodo più caldo per le imprese, cioè quello della vendemmia”.
“Il Decreto legge 91/2014 “Campo Libero” ha previsto importanti novità per il settore vitivinicolo anche con l’obiettivo di dare una forte accelerazione verso una effettiva semplificazione dei tanti adempimenti cui i produttori sono tenuti. Tra questi, una delle sfide chiave è quella della completa informatizzazione dei registri di cantina. Un processo - spiega la Coldiretti - partito nel 2015 coinvolgendo un gruppo ristretto di cantine e di società di software. Purtroppo ad un mese dal 1 aprile 2016, data di avvio della fase di sperimentazione più estesa che consente ai produttori di avvalersi in modo volontario del nuovo registro telematico, alcune funzionalità non sono ancora state definite completamente rallentando l’avvio massiccio della fase di sperimentazione. È evidente che il mondo del vino italiano è caratterizzato dalla presenza di tantissimi produttori che per la gran parte hanno dimensioni ridotte e una organizzazione aziendale di tipo familiare. Il nuovo registro telematico è un cambiamento epocale e dovrà interessare anche quei produttori che non sono “abituati” ad utilizzare strumenti informatici. Per questo - sottolinea Coldiretti - è necessario avere un maggior periodo di tempo per passare al nuovo sistema. Inoltre, l’attuale scadenza del 30 giugno 2016, non tiene conto del fatto che la maggior parte delle registrazioni di cantina avvengono nel periodo vendemmiale e l’assenza di una ampia fase di sperimentazione che vada a coprire anche questo periodo desta non poche preoccupazioni. Sarebbe necessario - spiega Coldiretti – testare adeguatamente il sistema con le operazioni di vinificazione, e consentire così che i produttori e gli operatori prendano sufficiente confidenza con le nuove modalità”.

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