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In Europa nel 2014 si è venduto vino non conforme alle normative Ue per 2,1 miliardi di euro, pari all’8,4% del mercato enoico complessivo. L’allarme dall’ultimo studio dell’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale

Che il vino sia uno dei prodotti più sensibili alla contraffazione ed alle imitazioni non è una novità, ma il problema ha raggiunto ormai dimensioni preoccupanti, non solo fuori dai confini dell’Unione Europea, dove la salvaguardia delle denominazioni e delle produzioni locali è più difficile, ma anche all’interno del Vecchio Continente, dove, nel 2014, il mercato del vino fuori norma ha toccato i 2,1 miliardi di euro, pari all’8,4% del mercato enoico complessivo. A lanciare l’allarme è l’ultimo studio dell’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale (www.euipo.europa.eu), che ha calcolato il peso delle violazioni alle indicazioni geografiche che dovrebbero tutelare vini, liquori e prodotti alimentari all’interno dell’Unione Europea.
Secondo i principali risultati dello studio, il valore totale dei falsi venduti nel 2014 è di 4,3 miliardi di euro, ossia il 9% del totale del mercato dei prodotti protetti dalle indicazioni geografiche. Le violazioni riguardano nel 42% dei casi imitazioni, copie o evocazioni di prodotti ad indicazione geografica, mentre nel 38% dei casi si tratta di prodotti senza indicazione geografica, che in etichetta riportano informazioni fuorvianti sull’origine delle materie prime.

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