Se c’è una caratteristica che rende unica la vite, è la sua incredibile adattabilità: dal Medio Oriente, attraverso i millenni, ha conquistato ogni angolo del mondo, sopravvivendo a condizioni climatiche estreme e, spesso, a territori ostili, difficili, ma capaci di regalare vini unici. È lì, tra pendii impervi e terrazzamenti secolari, che nasce la viticoltura eroica, com’è quella de le Rive, a Valdobbiadene, cru della griffe del Prosecco Adriano Adami (www.adamispumanti.it) da cui nasce il Valdobbiadene Docg Vigneto Giardino Rive di Colbertaldo. Un vino figlio della fatica, della tenacia e della caparbietà, celebrato simbolicamente, dal 2013, portandolo sulle cime più alte del mondo. Così, dopo aver raggiunto il picco più alto d’Africa (il Kilimanjaro, a quota 5.895 metri) e quello più alto d’Europa (il Monte Elbrus, a 5.642 metri), quest’anno il Vigneto Giardino Asciutto, Valdobbiadene Docg Rive di Colbertaldo ha conquistato la vetta più alta del Messico, quella del Pico de Orizaba, a 5.636 metri.
“L’idea è nata per caso nel 2013 - racconta Enrico Valleferro, export manager della Adami - quando io e il mio collega Carlo Padoin portammo il Valdobbiadene Docg Vigneto Giardino Rive di Colbertaldo sul Kilimanjaro, per festeggiare l’ottantesima vendemmia di questo storico cru aziendale. Fu un gran divertimento e piacere andare in Africa per unire le nostre due passioni, quella per la montagna e quella per le Rive. L’anno successivo io e mio padre Diego Valleferro siamo andati alla conquista dell’Elbrus, in Russia, e mi è sembrato quasi ovvio portare con me un’altra nostra Riva aziendale, il Col Credas brut Rive di Farra di Soligo. Oramai - conclude Enrico Valleferro - è diventato un piacevole vizio, e non parto più senza una bottiglia di Rive nello zaino”.
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