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“Osservatorio Business Strategies Paesi terzi”: nei Paesi extra-Ue la domanda enoica, nel primo bimestre 2016, cresce del 17,2%, ma il vino italiano si ferma al +7,6%. Ballotta: “situazione fluida sui mercati consolidati, non abbassare la guardia”

Nei Paesi extra-Ue la domanda di vino, nel primo bimestre 2016, è cresciuta in valore del 17,2%, ma il made in Italy non tiene il passo, fermo a un pur lusinghiero +7,6%. È la sintesi dell’“Osservatorio Business Strategies Paesi terzi” (www.bsnstrategies.com), realizzata in collaborazione con Nomisma/Wine Monitor, che ha elaborato i dati delle dogane dei 10 principali Paesi buyer extra-Ue: Stati Uniti, Cina, Canada, Giappone, Svizzera, Australia, Russia, Norvegia, Corea del Sud e Brasile.
“Nei Paesi terzi c'è ancora molto da fare - spiega la ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta - con il prossimo bando Ocm vino promozione ci sarà sicuramente da lavorare sui mercati emergenti, Cina in primis, ma anche e soprattutto su quelli considerati di sbocco. I dati sulla top 10 della domanda mondiale, seppur parziali, ci dicono infatti che in questo avvio di 2016 i vini del resto del mondo viaggiano a velocità più che doppia dei nostri, e questa è la dimostrazione che la promozione non può abbassare la guardia sui mercati cosiddetti consolidati, perché la situazione è molto fluida e la concorrenza dei Paesi produttori sempre più agguerrita”.
Nel dettaglio, l’Italia limita la crescita sia sui mercati principali, come gli Usa, dove il vino italiano segna un +12,2% in valore contro il +21,3% delle vendite provenienti da tutto il mondo, sia nei Paesi emergenti come la Cina, dove la crescita italiana è inferiore a quella globale (+14,8% contro +59%), anche se si restringe la forbice sul trimestre (+18% vs +49%). Giù le quote italiane di mercato anche in Canada, Giappone, Russia, Brasile e in Corea del Sud, mentre si registra una performance italiana sopra la media in Svizzera, Australia e Norvegia, dove, a fronte di un aumento complessivo delle vendite di vino attorno al 5%, il Belpaese ha esportato rispettivamente +11,1%, +19,4% e +11%. I dieci Paesi analizzati rappresentano una quota di quasi il 97% del valore complessivo della domanda di vino italiano extra Ue.

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